Antonella Pagano alla guida di Lindorff per conquistare gli npls italiani

L’obiettivo è chiaro, diventare un player di peso, organizzato e aggregante, nella partita dei non performing loans (npls) in Italia, in particolare in quel segmento di mercato che sono i crediti retail unsecured. L’idea è quella di offrire un servizio che vada dall’acquisto alla gestione dei portafogli per conto delle banche e crescere sul mercato della Penisola.

Per realizzare questi obiettivi, Lindorff Group, società norvegese con 3.500 dipendenti in tutta Europa, attiva nella gestione del credito e presente in Italia da un anno con l’head of operations, Carlo della Peruta, ha già portato a casa due importanti risultati. Il primo ad aprile 2015, quando ha firmato l’acquisizione della boutique milanese Cross Factor, attiva nel settore dal 1993 con un team che oggi conta 20 risorse. Il secondo, in questi giorni, con l’arrivo di un’importante professionista del settore, alla quale è stata affidata la gestione della compagine italiana. Si tratta di Antonella Pagano (nella foto), per 17 anni in PwC dove ricopriva il ruolo di partner.

«L’ingresso in Lindorff rappresenta per me una sfida molto stimolante che ho accettato con entusiasmo: intraprendo un percorso di collaborazione con un team che ha una visione internazionale e, elemento altrettanto importante, è molto attento all’aspetto sociale di questo mestiere», racconta la manager in questa intervista a MAG. Quella degli npls, di cui lei si occupa da anni, e in particolare dei crediti retail, spiega Pagano, è infatti un’area del mercato ancora poco presidiata, complici anche le dimensioni meno accattivanti rispetto ai portafogli corporate. Tuttavia, se guardiamo il mercato da un punto di vista più ampio, le cifre si fanno più interessanti: «I crediti retail rappresentano circa il 20% del totale delle sofferenze, circa 40 miliardi di euro lordi (su un ammontare complessivo di 350 miliardi circa di npls lordi ndr)», osserva.

Dottoressa Pagano, i numeri descrivono il mercato italiano in crescita e ricco di potenzialità, ma la concorrenza è spietata. Quale sarà il ruolo di Lindorff in Italia?
Il nostro compito sarà sicuramente quello di acquisire i pacchetti di crediti, ma non solo. Il nostro approccio comprende infatti sia l’investimento e sia il servicing per conto terzi. In questo modo possiamo fornire un servizio a tutto tondo alle banche stesse e porci come veri e propri partner degli istituti di credito, non solo come acquirenti. Sotto questi aspetti esistono opportunità grandissime in un mercato come quello italiano e devono ancora pienamente svilupparsi.

Lindorff è attrezzato per sfruttare queste potenzialità?
Assolutamente sì, il suo track record nel settore financial institution lo conferma: ci sono diversi esempi di acquisizione di piattaforme bancarie di gestione dei crediti, generalmente combinati con l’acquisto di portafogli di crediti e con la senso la Spagna costituisce un ottimo esempio: dopo l’acquisizione di piattaforme di crediti chirografari da Santander e Sabadell, abbiamo recentemente acquisito Aktua, fra le più grandi piattaforme di crediti ipotecari del Paese. È il modo di operare dell’azienda e si sta dimostrando vincente.

In Italia a quale tipo di crediti guardate in particolare?
Principalmente quei debiti retail chirografari di taglio mediopiccolo, con un occhio anche al segmento retail ipotecario. E quali sarebbero i vostri clienti? Potenzialmente tutte quelle banche che ne hanno bisogno, non abbiamo limiti in questo senso.

Quale posizionamento cercate?
L’ambizione è entrare pienamente sul mercato…

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