App sostenibili: quattro startup italiane al contest Chivas
Un concorso internazionale, un milione di dollari in palio e l’opportunità di interfacciarsi con importanti investitori mondiali. L’idea è di Chivas Regal, noto brand scozzese di whisky, che ha lanciato la Chivas Venture: un contest tra venti Paesi del mondo, giunto quest’anno alla quinta edizione, per premiare le startup che più si sono distinte in progetti innovativi e visionari. Unico requisito: la sostenibilità. I progetti presentati dalle startup infatti dovranno distinguersi per essere a basso impatto ambientale o per avere una vocazione sociale o ecologica. In Italia i progetti finalisti sono quattro, giovedì 17 gennaio si saprà quale di questi passerà alla fase finale del contest dove “gareggerà” contro altri 19 progetti di altri Paesi.
Le fasi del concorso:
La prima fase del contest si gioca dentro i confini dei 20 Paesi aderenti: una giuria seleziona i quattro migliori progetti delle startup in gara. Quattro finalisti, quindi, per ogni Stato. Una giuria nazionale seleziona un vincitore per ogni Paese. Le 20 startup finaliste voleranno a Londra per una full immersion nel mondo delle strategie imprenditoriali con un programma personalizzato di coaching e mentoring in collaborazione con la piattaforma per il business sociale The Conduit. L’ultimo step ad Amsterdam il 9 e 10 maggio: le 20 startup finaliste affronteranno l’ultima prova davanti a una giuria internazionale e a una platea di investitori che decreteranno il vincitore. I premi in denaro andranno al primo, secondo e terzo classificato per un totale di un milione di dollari, che si sommano alla possibilità, durante la finale di Amsterdam, di conoscere e interfacciarsi con importanti investitori mondiali.
I concorrenti italiani:
La finale italiana, che decreterà la startup italiana che insieme alle altre 19 estere andrà a Londra e ad Amsterdam, si gioca a Milano giovedì 17 gennaio tra quattro progetti selezionati. Ecco quali:
3Bee: Le perdite delle colonie di api sono un problema sempre più diffuso: nel 2016 si è registrato un calo del 30% della popolazione di api e gli allevatori sono spesso costretti a ricorrere ad antibiotici o prodotti chimici per far fronte a infezioni e malattie che proliferano nelle arnie. Per questo i fondatori della startup 3Bee, Niccolò Calandri e Riccardo Balzaretti hanno creato Hive-Tech: un dispositivo ad alta tecnologia costituito da sensori da applicare sugli alveari per monitorare temperatura e movimenti degli insetti. L’obiettivo è prevenire malattie, parassiti, o altri problemi per evitare, per quanto possibile, di intervenire con la chimica per curare le colonie di api. L’abuso di prodotti chimici, infatti, può portare a un peggioramento del miele e degli altri prodotti delle api ed esporre gli alveari a infezioni sempre più difficili da trattare.
BionIT Labs: una protesi mobile e sensibile di mano e avambraccio che costa un terzo rispetto alle protesi oggi in commercio. Si chiama Adam’s Hand, acronimo di “A dialogic, adaptive, modular, sensitive hand”, e l’ha progettato la startup BionIT Labs. Tramite degli elettrodi che collegano il muscolo alla protesi si trasmette l’impulso al movimento. Nel processo è coinvolta un’interfaccia ad alta tecnologia basata sul meccanismo del “machine learning”. È l’unica protesi in cui la lunghezza delle falangi è personalizzabile e costa fino a un terzo rispetto ai dispositivi oggi in commercio. Ma per ora rimane un progetto: uno dei fondatori della startup, Giovanni Zappatore, ha detto che la produzione potrebbe iniziare nel 2020.
MyFoody.it: Un’app per smartophone contro lo spreco di cibo, già scaricabile gratuitamente sui telefoni Apple e Android. Funaziona così: tramite il gps vengono segnalati negozi di alimentari e supermercati della zona, per ognuno di questi vengono indicate le offerte dei prodotti a scadenza imminente con il prezzo di partenza e il prezzo scontato, solitamente a metà prezzo. Questo sistema permette ai circa 30.000 utenti che ad oggi hanno installato l’app di risparmiare su alcuni prodotti alimentari freschi e alle catene di distribuzione di sprecare meno cibo, liberando gli scaffali dai prodotti che stanno per scadere. “Miriamo a garantire una migliore gestione delle eccedenze ‘a rischio spreco’ e assicurarne il recupero” ha detto il co-founder della startup, Luca Masseretti.
VEGEA: Una nuova vita per le vinacce: indossarle, invece che buttarle. Bucce, semi e raspi delle viti vengono scartati durante la produzione di vino: soprattutto in Italia, maggior produttore mondiale, si gettano via ogni anno tonnellate di vinacce e residui organici dei vitigni. Marco Bernardi, manager di Vegea, ha brevettato un sistema di riciclo dei prodotti di scarto del vino che porta alla trasformazione in tessuto: una specie di cuoio ma “vegano”, a basso impatto ambientale e ‘cruelty free’, impiegabile sia nell’industria tessile che nell’automotive e nell’arredamento, ottenuto da una lavorazione poco inquinante, completamente rinnovabile, naturale e sostenibile.