Aziende e internazionalizzazione: in aiuto arrivano i manager italiani all’estero

Per tornare a livelli pre-crisi, secondo l’ultima stima del fondo monetario internazionale, dovremo aspettare almeno 20 anni. Ma che l’economia italiana sia ripartita lo si può vedere già da ora. E con essa anche le assunzioni, sia dei lavoratori dipendenti che dei top manager.

A questo proposito, secondo lo Studio previsionale sugli amministratori delegati di Kpmg International, condotto su un campione di oltre 1.200 top manager, dei quali il 69% attivo in Europa, gli ad a capo delle aziende globali prevedono un aumento delle assunzioni nell’arco dei prossimi tre anni, mostrando una fiducia sulle prospettive di crescita dell’economia.

Le aziende italiane stanno quindi tornando ad assumere, potenziando il budget investito nella ricerca e nella selezione del personale. Secondo l’ultima Salary Guide di Hays, condotta su oltre mille professionisti e 270 imprese nazionali, il 70% delle società assumerà profili tecnici e di middle e senior management nel corso dei prossimi mesi.

In particolare, fra le figure professionali al momento più ricercate ci sono i manager italiani che lavorano all’estero. «Sono sempre di più le aziende italiane di medie/grandi dimensioni, con fatturati da 80- 100 milioni di euro in su, che cercano manager italiani a lavoro in certi Paesi stranieri per aiutarle a crescere all’estero in maniera strutturata», spiega Gabriele Ghini (nella foto), amministratore delegato dell’execturive search Transearch.

Sono oltre duemila, infatti, i manager italiani all’estero che lavorano per aziende straniere in posizioni di rilievo. «Si tratta di una vera e propria community che sta crescendo», evidenzia Ghini, e che è composta da persone «che vogliono entrare in contatto, confrontarsi e scambiarsi informazioni utili». Per questo la società ha realizzato Manager Senza Frontiere, un progetto che raccoglie i migliori manager italiani operanti all’estero in maniera stabile.

Il 94% dei membri del network, secondo l’ultimo sondaggio dell’executive search, è interessato a trattenersi all’estero a lungo termine e non ha nessun desiderio di rientrare in Italia. Tuttavia, anche se «la maggior parte è consapevole del fatto che l’Italia non sta crescendo e che è conveniente restare fuori, moltissimi di loro sarebbero interessati a lavorare per le aziende italiane attive nei Paesi stranieri», evidenzia Ghini, «per aiutarle, attraverso la loro expertise, a espandersi all’estero e pilotare il processo di internazionalizzazione». 

Ma chi sono questi professionisti? «Il 90% di loro sono uomini, persone con una vasta esperienza all’estero e una conoscenza dei mercati internazionali. La maggior parte lavora nel sales (15%), marketing (11%) operations (10%) e finance (8%) – spiega Ghini –, le donne lavorano principalmente nel settore moda e comunicazione». Fra le sedi più gettonate c’è l’Europa, dove risiede il 40% del totale, e gli Stati Uniti.

 

 

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