Banca Mediolanum in Borsa il 28 dicembre
Il 28 dicembre sarà un giorno importante per Banca Mediolanum. Sarà infatti molto probabilmente quella la data in cui il gruppo sbarcherà a Piazza Affari dopo la fusione con la controllante Mediolanum spa.
Lo ha dichiarato l’ad dell’istituto, Massimo Doris (nella foto), durante la conferenza di illustrazione della fusione, aggiungendo che «lo scambio tra i titoli sarà di uno a uno» e che «anche se dal punto di vista della clientela e della rete vendite non cambierà niente, l’operazione renderà il gruppo più efficiente».
Amministratore delegato della società sarà lo stesso Doris si appresta a diventare, prendendo il testimone del padre Ennio che rimarrà presidente. «Le cariche verranno votate dall’assemblea, ma è probabile che rimarranno quelle attuali della banca», ha commentato.
Mediolanum spa, invece, sarà guidata da Ennio Doris (foto a destra) come amministratore delegato e avrà Carlo Secchi come presidente.
L’operazione, ha ricordato Doris, è favorevole per il gruppo anche in termini di costi, poiché «ci sarà un solo consiglio di amministrazione invece che due, verrà stilato un solo bilancio, ci sarà più rapidità nelle decisioni e ci sarà anche un risparmio fiscale visto che ci sarà un passaggio in meno di dividendi». Un’efficienza che si traduce in qualche centinaio di milioni di risparmio, attorno a 6 milioni solo quello fiscale.
Una volta fusa con Mediolanum, Banca Mediolanum possiederà il 100% del business bancario, di quello assicurativo e dell’asset management, il 50% di Banca Esperia, che per il momento non sarà venduta, e il 3,4% di Mediobanca. Gli investitori che non saranno d’accordo potranno esercitare il diritto di recesso dal 5 al 20 ottobre prossimi.
«Abbiamo fissato il prezzo a 6,61 euro e abbiamo stanziato 100 milioni per gli eventuali acquisti di azioni (al momento le Mediolanum quotano 6,9 euro) – ha spiegato Doris – ci aspettiamo ad ogni modo che non ci saranno recessi, anche nel caso in cui in Borsa il titolo stesse leggermente al di sotto del prezzo fissato per il diritto: crediamo nel nostro azionariato che ha investito in un gruppo con prospettive di crescita».
Fino alla fine dell’anno la capogruppo resterà Mediolanum, che dovrebbe chiudere il 2015 con un utile e una raccolta in crescita rispetto allo scorso esercizio, nonostante le turbolenze estive sui mercati finanziari. «Ad agosto le nostre commissioni di performance sono state pari a zero, ma non siamo preoccupati. Siamo sereni sul fatto che faremo quest’anno risultati migliori dell’anno scorso», ha detto Doris.
Il gruppo prevede ricavi complessivi pari a 3,3 miliardi (-39% rispetto al 2014), un utile netto di 363 milioni (+12,4%%) grazie a un’aliquota fiscale che dovrebbe essere più bassa della media degli ultimi due anni 2013-2014 al 21% contro una media pari al 34%. Inoltre, a fine esercizio la società dovrebbe gestire complessivamente attività per un valore pari a 63 miliardi di euro (+10%).
Nonostante le performance negative, Doris si è detto sereno e ha comunicato che il gruppo non intende modificare la politica di dividendi, nonostante il Cet 1 fosse pari al 18,5% a fine giugno. «Continueremo con un pay-out del 60%, che è già alto nel panorama bancario», ha detto, precisando che il gruppo non vuole distribuire le riserve e mantenersi al di sopra dei livelli minimi regolamentari.