Carige, 700 milioni in arrivo tra dismissioni e aumento di capitale

Rafforzamento patrimoniale, cessione di asset e nuovi manager. Il cda di Banca Carige, guidato dal neo amministratore delegato Paolo Fiorentino (nella foto) ha approvato le nuove linee guida nella strategia di gestione degli NPE (Non Performing Exposures, quali crediti in sofferenza e inadempienze probabili) e le azioni di rafforzamento patrimoniale finalizzate a completare il processo di de-risking del gruppo.

Ricapitalizzazione
In particolare la patrimonializzazione della banca ammonterà ad almeno 700 milioni di euro. Di questi, 500 milioni proverranno dall’aumento di capitale, previsto, entro la fine dell’esercizio corrente e per la cui realizzazione la Banca ha stipulato un accordo di pre-garanzia con Credit Suisse e Deutsche Bank, in qualità di Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners.

La pre-garanzia è soggetta anche “ad alcune disposizioni specifiche, tra cui l’approvazione e attuazione di un piano industriale e finanziario sostenibile”, che include, tra l’altro, l’implementazione delle “dismissioni di asset”. Attività dalla quale arriveranno i restanti 200 milioni. A questo proposito la banca ha identificato quattro macro aree di azione che puntano alla cessione degli asset di pronta valorizzazione, quali alcuni immobili di pregio, la partecipazione totalitaria nella società di credito al consumo del Gruppo, Creditis S.p.A., il ramo d’azienda relativo alla piattaforma di recupero dei crediti in sofferenza e il business di acquiring, ovvero i servizi di incasso relativi ai contratti POS (merchant book).

Il processo di integrale revisione delle attività della Banca include anche la necessità di proseguire con il deleveraging mediante la ridefinizione della strategia complessiva relativamente al portafoglio di non performing exposure. Su questo fronte, il processo di deconsolidamento delle sofferenze avviato nell’esercizio corrente con la realizzazione della cessione di un portafoglio di circa euro 940 milioni mediante cartolarizzazione assistita da GACS, proseguirà con ulteriori dismissioni per circa euro 1,2 miliardi. Un passaggio che segna il tramonto definitivo dell’operazione ideata dal precedente ad, Guido Bastianini, sfiduciato dal consiglio dietro richiesta del vicepresidente e azionista di riferimento di Carige, Vittorio Malacalza, che puntava a creare un veicolo ad hoc per 2,4 miliardi di Npl.

L’impostazione strategica così rivista permette di individuare soluzioni che presentano un minore grado di complessità operativa e maggiore rapidità di esecuzione rispetto alle misure originariamente previste. Il raggiungimento dei target SREP relativi al portafoglio NPE, ossia  discesa da 7 miliardi di Npe a 5,5 entro il 2017, a 4,6 entro il 2018 e a 3,7 entro il 2019, verrà inoltre seguito attraverso “una strategia gestionale del portafoglio delle Inadempienze Probabili (UTP – unlikely to pay) che prevede, oltre al miglioramento del tasso di copertura media, anche azioni di de-risking su alcune rilevanti posizioni ricomprese nell’aggregato”, spiega la nota della banca.

Nuovo cfo
Il Consiglio di Amministrazione ha, inoltre, deliberato la nomina di Andrea Soro a Chief Financial Officer di Banca Carige. Con un’esperienza ultraventennale nel corporate e investment banking, con incarichi, tra l’altro, in Dresdner Kleinwort Benson, UniCredit e Credit Suisse, Soro si è specializzato, in particolare, in operazioni di M&A, ristrutturazioni e finanza straordinaria, da ultimo come responsabile di Royal Bank of Scotland in Italia. 

Noemi

SHARE