Cattolica risponde a Consob: al lavoro con Kpmg su aumento da 500 milioni

Se l’assemblea dei soci approverà l’aumento di capitale da 500 milioni di euro, il solvency ratio del gruppo Cattolica salirà al 172% circa dal 133% attuale.

E’ uno dei dati indicati dalla compagnia assicurativa in risposta a una lettera inviata da Consob il 17 giugno scorso, dopo che a fine maggio l’Ivass, l’istituto che vigila sul settore assicurativo, aveva chiesto a Cattolica di migliorare i ratio patrimoniali attraverso un aumento di capitale.

La commissione presieduta da Paolo Savona ha voluto innanzitutto conoscere la posizione stimata di solvibilità aggiornata. “Il gruppo Cattolica presenta un solvency ratio pari a 133%, mentre  la capogruppo raggiunge il 141%”, ha risposto la compagnia.

“Il cda, come dichiarato in precedenza, ha preso doverosamente atto delle indicazioni dell’Ivass e dato mandato al management di preparare un piano nei tempi previsti. Il primo e fondamentale passo di questa iniziativa è l’assemblea dei soci, chiamata ad approvare la delega allo stesso cda per un aumento di capitale per un importo massimo complessivo di 500 milioni. Il gruppo è consapevole delle aspettative avanzate dall’istituto e intende promuovere un piano che possa trovare la soddisfazione dello stesso e dei propri soci e azionisti”, si legge nella risposta a Consob.

Un intervento patrimoniale di 500 milioni porterebbe il solvency ratio attorno al 172%, “ampiamente sopra le soglie del sistema di propensione al rischio e all’interno dell’intervallo di valori obiettivo attesi in sede di presentazione del piano industriale 2018-2020 (160%-180%). Si rileva peraltro che tale intervallo era definito sulla base di uno scenario macroeconomico e finanziario differente da quello realizzatosi alla luce della progressiva discesa dei tassi privi di rischio e della pandemia Covid-19”, aggiunge la compagnia veronese presieduta da Paolo Bedoni (nella foto).

Sollecitata da Consob a fornire indicazioni su eventuali anchor investor dell’aumento di capitale, Cattolica riponde che il 15 maggio ha dato mandato a Kpmg per un supporto, in qualità di advisor finanziario, “nelle interlocuzioni con le potenziali controparti eventualmente interessate a proporre possibili soluzioni di mercato, funzionali al buon esito dell’aumento di capitale e a preservare valore per gli azionisti Cattolica. Qualora il confronto tra advisor e controparti evidenzi la fattibilità di opzioni che saranno opportunamente valutate, l’advisor fornirà il supporto tecnico e negoziale necessario per la realizzazione dell’opzione prescelta, che sarà in ogni caso portata all’attenzione degli organi deliberanti della società. Le ipotesi allo studio sono varie, ma non è allo stato possibile prevedere tempi e modi di una precisa o miglior definizione. Nel contesto del citato aumento di capitale, sempre allo stato, non sono stati sottoscritti accordi di pre-underwriting, pur avendo ricevuto numerose manifestazioni d’interesse da diverse banche d’affari, italiane ed estere”.

La compagnia assicura a Consob che “la situazione attuale di liquidità del gruppo non presenta a oggi criticità, con il portafoglio titoli che vede il 70,1% dei titoli liquidi e alienabili con plusvalenze. Di questi, il 46,3% sono iscritti al comparto circolante. A livello prospettico vengono stimati, a causa della crisi, maggiori prelievi rispetto ai budget iniziali per circa 878 milioni di euro complessivi, dei quali 190 milioni nelle compagnie danni e i restanti nelle compagnie vita”.

Infine, Cattolica risponde a Consob che non ci sono novità sulla guidance del risultato operativo 2020, previsto in un intervallo compreso tra 350 e 375 milioni di euro. “Alla data attuale, non si ravvisano scostamenti materiali rispetto all’andamento previsto nel forecast. Pertanto, fatto salvo elementi ad oggi non prevedibili, la prossima evoluzione prevista per l’esercizio in corso sarà fornita con i risultati del primo semestre”, conclude Cattolica.

Noemi

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