CEO, IL 56% HA PIU’ FIDUCIA DEL BUSINESS IN ITALIA

La creazione di un sistema fiscale più efficiente, l’accesso al capitale a condizioni competitive, e una maggiore disponibilità di infrastrutture digitali. Sono questi gli obiettivi che il Governo dovrebbe perseguire per favorire la crescita delle aziende italiane secondo i top manager della Penisola. A rivelarlo il "18th Annual Global ceo Survey" di PricewaterhouseCoopers, che ha coinvolto oltre 1.300 top manager di aziende a livello mondiale, dei quali 50 italiani, in aziende quotate e non con fatturati dai 100 milioni di euro al miliardo. 
Stando alla ricerca, per il 56% dei ceo in Italia oggi ci sono più opportunità di business rispetto a 3 anni fa e nel complesso le aspettative dei ceo possono considerarsi positive e in miglioramento rispetto al passato. Restano però alcuni timori, in particolare legati alla capacità del Governo di rispondere al deficit fiscale e al debito pubblico (78% dei manager italiani), i rischi geopolitici internazionali (73%) e l’aumento del carico fiscale (71%). 

Riguardo al proprio business, l'80% degli italiani è fiducioso o molto fiducioso nella crescita di ricavi nel 2015, dato in crescita rispetto al 74% dell’anno precedente. Tale valore cresce al 94% per le prospettive a tre anni, valore massimo registrato dalla ricerca negli ultimi cinque anni.

I mercati di riferimento
Secondo quanto emerge dalla ricerca, i ceo in Italia guardano positivamente alle opportunità negli Stati Uniti (40%), in Cina (33%) e in Germania (31%) quali Paesi chiave per la crescita internazionale, in linea con il dato a livello mondiale. Tali valori sono più alti rispetto a quelli dello scorso anno, quando gli Usa riscuotevano un interesse del 29%, la Cina del 27% e la Germania del 25%. Volano di questa rinnovata fiducia è la crescita economica degli Stati Uniti, il cui Pil è cresciuto del 7% rispetto a prima della crisi e sono stati creati più posti di lavoro (circa 3 milioni 
nel 2014) di quanti ne siano andati persi. In Cina, nonostante il rallentamento (+7,4% nel 2014 contro +7,7% nel 2013), la crescita del Pil resta ancora relativamente alta rispetto a molte altre economie. All’interno dell’Eurozona, la cui economia è ancora stagnante, la Germania continua a ispirare fiducia nei ceo in Italia quale locomotiva economica continentale.
Tutavia, a livello generale, è in calo la fiducia dei ceo sulle opportunità di crescita globale dell’economia a 12 mesi. In Italia solo il 27% pensa che l’economia globale crescerà nel 2015 rispetto al 43% del 2014.

Strategie per la crescita
In linea con i dati precedenti, il 38% dei CEO a livello mondiale afferma che gli Usa si trovano fra i primi tre mercati obiettivo per la propria crescita, seguiti da Cina (34%), Germania (19%), UK (11%) e Brasile (10%). In Italia, il 49% dei manager dichiara di essere interessato a un’internazionalizzazione d’impresa e di voler far crescere la propria società per linee esterne attraverso m&a, joint ventures o alleanze (era il 35% l’anno scorso). Nel dettaglio, eventuali fusioni o jv sarebbero con fornitori (per il 67% dei manager italiani), ambiente accademico (56%) e clienti (51%). 

In questo senso, entrare in nuovi comparti produttivi e allargare la competizione a nuovi settori nell’arco dei prossimi tre anni sono strategie che i ceo italiani stanno portando avanti, in linea con i colleghi degli altri Paesi. In particolare, oltre il 40% delle società del campione intervistato ha già ampliato il suo mercato di riferimento nell’ultimo periodo, entrando in nuovi settori al fine di meglio valorizzare le proprie competenze distintive. 
Il settore tecnologico, evidenzia la ricerca, è quello più appetibile per lo sviluppo del mercato di riferimento e permette di incrementare la marginalità operativa conquistando nicchie ad alto valore aggiunto e da forte contenuto di innovazione di processo e prodotto. A questo proposito, le tecnologie digitali incidono in maniera sempre più profonda sul modo in cui le aziende fanno business, ma il 44% dei ceo in Italia è preoccupato dalla velocità del cambiamento tecnologico (rispetto al 24% dello scorso anno). Oltre l’80% degli intervistati sostiene che sia necessario avere una strategia chiara sul digitale per ottenere vantaggi competitivi.
In generale, la tecnologia ha un ruolo sempre più centrale nei diversi business. L’abilità di sfruttarla al meglio sta diventando una capability distintiva: un’opportunità per chi è in grado di gestirla e una minaccia per chi non ci riesce. 

Gestione del personale e politiche di diversity
Più lavoro in vista secondo i manager. Secondo quanto emerge dalla ricerca di PwC, è cresciuto il numero di ceo in Italia che prevedono la necessità di aumentare la forza lavoro, 36% contro il 26% dell’anno scorso. Inoltre il 62% dei ceo italiani ha messo a punto una strategia per la promozione della diversità dei talenti e dell’integrazione. Attirare forza lavoro talentuosa e diversificare la composizione del personale è, secondo la ricerca, fra le priorità nell’agenda dei manager: l’80%, infatti, esige una gamma di competenze molto più ampia rispetto al passato. Il 71%, inoltre, dichiara di ricercare attivamente i talenti in diverse aree geografiche, in settori diversi e in altri segmenti demografici. I vantaggi? Innovazione (per l'86% dei ceo) e maggiore capacità di soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei clienti (79%).

 

 

 

Noemi

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