Cipolletta (Aifi): un Fondo di Fondi per la ripresa

Bilanci e prospettive. Nei giorni scorsi, AIFI (Associazione Italiana del private equity, venture Capital e private debt) ha presentato, assime a PwC Italia-Deals, i dati relativi all’andamento del mercato del capitale di rischio nel 2020.

Nell’anno della pandemia il settore ha tenuto. La raccolta è cresciuta anche grazie al maggiore apporto dei privati. E oltre il 50% degli investimenti ha riguardato imprese che per la prima volta si sono aperte a un fondo. Tuttavia, come fa notare Innocenzo Cipolletta, Presidente AIFI, «il rovescio della medaglia è un crollo dell’expansion, attività che più servirebbe in questo momento per il supporto alla tenuta delle imprese».

Cipolletta, col quale MAG ha chiacchierato a margine della presentazione, è convinto che la ripresa abbia bisogno di una interazione virtuosa tra capitali pubblici e risorse private. E rilancia l’idea di un Fondo «che investa in fondi di private capital che a loro volta investano in imprese per la loro ristrutturazione e crescita. Un tale Fondo dei Fondi sarebbe in grado di sollecitare risparmio privato dell’ordine di 8/10 miliardi di euro. Si avrebbero così dai 12 ai 16 miliardi di euro da investire per far crescere le PMI italiane e sarebbe una buona collaborazione tra capitale pubblico e capitale privato».

L’Italia ha bisogno di un rilancio sostanziale: da dove si deve ripartire?
Non c’è dubbio che l’inizio della ripresa sarà quando avremo messo sotto controllo i contagi e vaccinato una quota importante della popolazione, a cominciare dai più anziani. Non c’è scelta da fare tra vita delle persone ed economia: prima dobbiamo mettere in sicurezza le persone e poi potrà ripartire l’economia.

Dopodiché…
Per favorire la ripresa bisogna innanzi tutto ridurre il numero di chiusure di attività dando sostegno alle persone e alle imprese. Quelli che chiamiamo sussidi sono oggi più che necessari e vanno intesi come base necessaria per una futura ripresa dell’economia. Poi occorre favorire l’ammodernamento e la ristrutturazione dell’apparato produttivo e del sistema di infrastrutture (economiche e civili) del Paese.

Le imprese sono una delle priorità…
Per le imprese si tratta di procedere a politiche che favoriscano la ricapitalizzazione per poter sopportare il debito contratto durante la pandemia e per poter avviare quegli investimenti che sono necessari per affrontare le nuove sfide, compreso il rischio di nuovi eventi catastrofici, come sono stati quelli che hanno riguardato il mondo negli ultimi venti anni. Ricordo che abbiamo avuto almeno tre crisi globali: quella del terrorismo con l’attentato dell’11 settembre 2001, quella finanziaria del 2007 e quella della pandemia del 2020. Purtroppo non possiamo escludere che il futuro prossimo ci riservi altre brutte sorprese e quindi dobbiamo rafforzarci per essere pronti ad affrontarle.

Capitali europei (Recovery plan) e capitali privati possono interagire?
Devono interagire perché la logica del Recovery Plan è proprio quella di favorire una…

 

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