Claris Ventures, l’impresa di fare ricerca medica
Trasformare la ricerca scientifica in aziende. Claris Ventures si è prefissata questo obiettivo, tutt’altro che banale. Nell’anno della pandemia da coronavirus Covid-19, l’importanza della ricerca in campo medico e farmacologico è divenuta lampante. Sino a qualche tempo fa, però, c’era un fossato tra capitali privati e mondo accademico, divisi da un fattore determinante nel campo economico-finanziario: il tempo. Troppi anni e troppi investimenti occorrevano, agli occhi degli investitori, per portare una molecola a divenire farmaco, ovvero per trasformare la ricerca scientifica in profitto.
Claris Ventures nasce dalla convinzione che il fossato temporale tra lo scienziato che ha un’intuizione in laboratorio e la commercializzazione di un farmaco si è ristretto enormemente. Da qui l’idea – originale in Italia, tanto che la giuria dei Financecommunity Awards ha attribuito alla sgr il premio come team dell’anno nella categoria venture capital – che potesse nascere un operatore di venture capital focalizzato su investimenti in ambito early stage biotech, con il fine di supportare lo sviluppo di nuovi farmaci destinati a curare patologie ad alto clinical need. Claris ha effettuato il first closing del primo fondo a quota 30,8 milioni di euro nel settembre scorso. Il closing del fondo è stato curato da Emidio Cacciapuoti e Giorgio Bobba dello studio McDermott, Will & Emery. E ora si appresta a realizzare i primi investimenti, proseguendo nel fundraising.
Ne abbiamo parlato con Ciro Spedaliere (a destra nella foto), co-managing partner e co-fondatore (con Pietro Puglisi, a sinistra nella foto) di Claris Ventures….
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