Credit Suisse, obiettivo equity capital markets

Il 2017 per la Borsa Italiana è stato un anno che non si potrà facilmente dimenticare. Negli ultimi 12 mesi Piazza Affari ha segnato il record di ammissioni dal 2000, con 39 nuove società quotate di cui 32 Ipo, che complessivamente hanno raccolto 5,4 miliardi di euro.

Un trend positivo non solo per l’intero listino nazionale ma anche per i player del settore che hanno saputo cavalcare l’onda. Fra questi c’è ad esempio Credit Suisse, che ha reso l’equity capital markets uno dei suoi baluardi nel nostro Paese assieme al debito. E come racconta a MAG Paolo Celesia (nella foto), responsabile equity capital markets e dal 2016 anche head of financing per l’Italia dell’istituto elvetico, «nel 2018 l’obiettivo è posizionarsi ancora meglio in questo comparto, seguendo diverse attività che vanno dalle quotazioni agli abb (accelerated bookbuildings ndr) fino alle nuove assett class» sfruttando in particolare «le sinergie con il private banking» e guardando anche ai deal più piccoli o innovativi per il mercato italiano, come la spac.

Banca a due anime

Per Celesia la strategia è semplice: «Sul mercato italiano occorre essere degli ottimi cacciatori, quindi puntare a deal grandi che danno visibilità» ma allo stesso tempo «bisogna essere dei pescatori, gettare la rete e attendere operazioni di dimensioni più ridotte ma che sono più frequenti». Per far questo, sottolinea, «è essenziale essere attrezzati con le risorse dalle competenze adeguate e in questo noi abbiamo un vantaggio strategico che è il collegamento con il comparto private banking. Questo ci garantisce una relazione importante con gli imprenditori e ci consente di realizzare importanti sinergie». L’intenzione è quella di posizionarsi «sia come banca top, sia come riferimento per l’imprenditore tipico italiano». La combinazione di queste due anime «è fondamentale per avere successo soprattutto in Italia» e inoltre consente «un posizionamento che viene apprezzato anche su altri prodotti, come ad esempio gli high yield».

Le sinergie sono importanti, ma per Celesia sul mercato attuale bisogna «essere iper-specialisti sul prodotto, farlo al meglio e a livello globale» poiché «la competizione vera si gioca sulle piattaforme e sulla presenza territoriale, sul footprint che si ha nella regione di interesse».

 

Da Unicredit a Spaxs

Seguendo questa strategia nel 2017 il team italo-londinese del gruppo, composto tra gli altri da Salvatore Branca, Vittorio Liberati ed Enrico Mezan, ha seguito nove operazioni per un valore di oltre 15 miliardi di euro. La cifra è sostenuta in particolare da operazioni come l’aumento di capitale di Unicredit da 13 miliardi, nel quale Credit Suisse ha svolto il ruolo di co-global coordinator, e l’offerta pubblica iniziale di Enav per un valore di 834 milioni, nel ruolo di joint global coordinator. Il team ha anche seguito l’Ipo di di Unieuro da 77 milioni, sempre come joint global coordinator, e l’aumento di capitale di UBI Banca da 400 milioni quale sole global coordinator e in quello di Carige da 500 milioni quale parte del consorzio di garanzia delle banche e global coordinators e joint bookrunners assieme con Deutsche Bank e Barclays. Per il 2018 la pipeline sembra essere altrettanto densa…

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