Credit Suisse e Ubs, fusione allo studio? Il mercato ci crede

Tempo di consolidamento, e non solo per il sistema bancario italiano. Da ieri i giornali svizzeri riportavano quelli che ormai sembrano più che rumors sul matrimonio tra due i colossi del credito Credit Suisse e Ubs. Secondo il sito di Zurigo Inside Paradeplatz, Axel Weber, presidente di Ubs, starebbe infatti lavorando insieme con il numero uno del Credit Suisse, Urs Rohner, per dar vita a un colosso del settore. Non solo,Weber avrebbe già avvertito delle discussioni il ministro svizzero delle Finanze Ueli Maurer nonché la Finma (l’autorità elvetica di vigilanza sui mercati finanziari).

La fusione, ribattezzata progetto “Signal”, dovrebbe essere concordata all’inizio del 2021 e finalizzata entro la fine dell’anno. Se così fosse nascerebbe un gigante finanziario con una capitalizzazione di circa 70 miliardi di franchi svizzeri, pari a circa 65 miliardi di euro (la somma dei quasi 43 miliardi di capitalizzazione di Ubs e dei 24 miliardi di Credit Suisse). 

Il gruppo sarebbe presieduto da Weber, mentre al Credit Suisse spetterebbe la scelta del Ceo. Tuttavia, secondo il sito svizzero sarebbero a rischio tra il 10 e il 20% del personale, cioè circa 15 mila posti di lavoro. Mentre ci guadagnerebbero gli azionisti, che puniti dagli attuali corsi azionari delle due banche in Borsa, ieri hanno scommesso sulle nozze, spingendo Credit Suisse in rialzo del 4,3% e Ubs del 2,5%.

Intanto, il 10 marzo prossimo inizierà il processo civile avviato da Andrea Orcel, ex capo dell’investment banking di Ubs, contro Santander, gruppo spagnolo guidato da Ana Botin accusato dal banchiere italiano di aver rotto il contratto per il suo passaggio da Zurigo a Madrid come Ceo. Orcel ha chiesto 112 milioni di danni e ha chiamato sia Weber che Botin a testimoniare.

 

Noemi

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