DERIVATI, PIEMONTE NON PUO’ FARE RICORSO

La Corte di Appello di Londra ha negato alla Regione Piemonte, nell'ambito della causa sui derivati con Dexia Crediop, la possibilità di presentare appello contro le sentenze dell'Alta Corte di Londra che avevano riconosciuto validi e vincolanti i contratti stipulati con la banca nel 2006.

Lo riferisce un comunicato di Dexia Crediop in cui si sottolinea che «per la terza volta» i tribunali inglesi accolgono le richieste della banca, confermando le decisioni con cui altri giudici inglesi, a luglio 2012 e luglio 2013, avevano già riconosciuto la piena validità ed efficacia di tali contratti, condannando la Regione Piemonte a pagare oltre 16 milioni di euro di spese processuali.

In particolare, la sentenza di oggi stabilisce che la Regione Piemonte aveva la piena «capacità» di sottoscrivere i contratti in derivati e che Dexia Crediop non ha applicato costi occulti perché, secondo la Corte d'Appello, tale operazione deve essere necessariamente valutata considerando tutti i rischi che potrebbe comportare durante l'intero periodo della sua vita. Il ruolo rivestito dalla banca, chiarisce la Corte, non era assolutamente in contrasto con un contratto nel quale la banca assume rischi e può maturare profitti.

Sulla questione dei derivati la Regione Piemonte aveva già raggiunto nel 2013 accordi separati con Merrill Lynch e Intesa Sanpaolo, che hanno portato alla chiusura del contenzioso con le altre due banche coinvolte. Ora la Regione è «tenuta ad adempiere tutte le sue obbligazioni contrattuali» e Dexia Crediop ha già fatto sapere che chiederà il rimborso delle spese sostenute in giudizio, oltre a quello già avvenuto.

L'ad della banca, Jean Le Naour (nella foto), ha detto che «la vertenza tra la Regione Piemonte e Dexia Crediop è del tutto paradossale e nasce da consulenze tecniche e legali errate, che sostenevano che nei derivati fossero presenti costi occulti. La Regione ha così costretto Dexia Crediop a un lungo e costoso contenzioso. L'auspicio e' che ora la Regione Piemonte riconosca le decisioni della Magistratura e che anche altri Enti pongano fine a controversie immotivate e costose per le parti». 

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