Diritti tv del calcio, in arrivo offerta Apax-Thcp. Gli advisor finanziari in campo
Una partita a geometria variabile. Nel gioco del calcio non è previsto che scendano in campo più di due squadre in ogni match. E men che meno che il numero di sfidanti cambi nel corso dei novanta minuti di gioco. La partita per i diritti tv del campionato di calcio di Serie A, però, ha regole particolari; e allora, i competitor possono essere più di due, le squadre non sono definitive, le compagini seguono norme diverse e, dulcis in fundo, potrebbe anche essere che l’arbitro fischi la fine del match in anticipo e non ci sia un vincitore.
Venerdì 28 agosto la Lega di Serie A presieduta da Paolo Dal Pino e l’advisor Lazard hanno raccolto le offerte per la media company che i club vorrebbero creare per gestire i diritti televisivi. Sul tavolo sarebbe giunte almeno sei proposte, ma la situazione è ancora in evoluzione e non è escluso che nei prossimi giorni le squadre in campo cambino.
Secondo quanto Financecommunity ha ricostruito nel corso del weekend, le uniche due offerte vincolanti riguardanti un ingresso esclusivamente nell’equity della media company sono state formulate dalla cordata formata da Cvc Capital, Advent International e Fsi – che vede come advisor finanziari Rothschild, Credit Suisse (con un team guidato da Andrea Donzelli, co-head investment banking basato a Roma) e Barclays (al lavoro con un team guidato dal country manager Enrico Chiapparoli – nella foto – e formato dal managing director Paolo De Luca, dal director Giulio La Corte e dagli analyst Oscar Chai e Filippo Elefanti – e dall’accoppiata Bain Capital-NB Renaissance Partners, affiancate dagli advisor finanziari Mediobanca e Nomura. Bain è assistita sul piano legale da Greenberg Traurig Santa Maria.
Le due cordate di operatori di private equity avrebbero formulato offerte simili, valutando il 100% della media company circa 15 miliardi e puntando ad acquisire il 10-15%, ma garantendosi diritti di governance attraverso la nomina di metà dei consiglieri di amministrazione.
Non è ancora sul tavolo di Lazard, ma vi giungerà oggi, stando alle fonti, l’offerta binding formulata da un consorzio formato da Apax Partners e Three Hills Capital Partners (Thcp), che sta dialogando con vari investitori, tra cui in pole c’è Fortress. L’offerta pensata da Apax e Thcp metterebbe in campo strumenti partecipati (probabilmente preferred capital).
Le altre offerte al vaglio di Lazard e Dal Pino sarebbero proposte di debito – che hanno il pregio di costare meno dell’equity, essere meno invasive sul fronte della governance, ma non apportano managerialità -, formulate da Sixth Street – piattaforma di investimenti legata al colosso del private equity TPG, con asset in gestione per 47 miliardi di dollari -, GSO – la piattaforma di Blackstone nel credito, forte di asset in gestione per 129 miliardi di dollari -, General Atlantic e Apollo Global Management.
Le proposte – che, come detto, non sono ancora definitive, in alcuni casi – verranno vagliate dagli advisor e dai vertici della Lega e sottoposte al giudizio dell’assemblea dei club del prossimo 9 settembre. E qui la partita potrebbe complicarsi e magari finire senza vincitori, né vinti.
I presidenti delle squadre di Serie A sono divisi sul tema e non tutti apprezzano la linea voluta da Dal Pino, ovvero coinvolgere investitori privati per far emergere il valore dei diritti televisivi del campionato italiano, privilegiando una gestione autonoma della torta.
Per questo, c’è una fazione che si va aggregando attorno al presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, che punta a dare vita a un canale televisivo della Lega, che si proporrebbe come editore e venderebbe alle varie piattaforme i contenuti. De Laurentiis ha abbozzato un business plan che prevede di incassare una cifra che partirebbe da 2,5 miliardi e arriverebbe a 2,9 miliardi nell’arco di cinque anni. Ovviamente, se venisse scelta la strada proposta dal patron del Napoli, la Lega avrebbe bisogno di un partner televisivo e alla finestra ci sono Mediapro e Wanda.
Infine, nei giorni scorsi c’è chi ha ricordato come il convitato di pietra di questa partita sia Sky, che non ha esplicitato la nuova strategia sui diritti del calcio. E sullo sfondo c’è l’interesse, reale, di Tim – per quanto super-impegnata nella creazione delle rete unica a banda ultralarga – e quello, potenziale, di Amazon.