Effetto Esg: la finanza cambia pelle

Con il nuovo indice Mib ESG lanciato a metà ottobre, anche la Borsa italiana si è – finalmente – adeguata alla nuova realtà della finanza sostenibile. Sembrano passati secoli da quando Larry Fink, storico presidente di BlackRock, annunciava in un’intervista al Financial Times che «l’investimento sostenibile sarà una componente chiave del modo in cui ognuno investirà nel futuro» e prevedeva una crescita poderosa degli asset gestiti secondo criteri di sostenibilità nel giro di un decennio.

Era solo il 2018 e l’espansione della finanza sostenibile è stata fin qui forse anche più rapida di quanto si aspettasse Fink. La Global Sustainable Investment Alliance (Gsia) calcola che il totale degli asset gestiti secondo criteri ESG, cioè seguendo obiettivi positivi sul fronte dell’ambiente, della società o della governance, sono aumentati del 15% negli ultimi due anni e del 55% in quattro anni, fino a raggiungere nel 2020 i 35.301 miliardi di dollari. Significa, stima sempre la Gsia, che oggi più di un terzo degli asset finanziari globali, più precisamente il 35,9%, sono gestiti secondo criteri di sostenibilità.

La finanza sostenibile sta vivendo con un’impressionante rapidità il passaggio dalla dimensione di “nicchia etica” del mondo finanziario a realtà mainstream.Con l’ambizione di diventare presto l’unico approccio all’investimento accettato dall’investitore medio. Merito soprattutto del problema ambientale. La lotta al riscaldamento climatico è una sfida che tutte le aziende oggi sono esplicitamente chiamate ad affrontare. Lo chiedono le organizzazioni internazionali, i governi, ma soprattutto lo chiedono i consumatori, sempre più attenti all’impatto ambientale delle proprie scelte quotidiane. Vale per i prodotti che si acquistano ma anche per le scelte di investimento.

Per leggere tutto l’articolo clicca qui e scarica il Mag

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

SHARE