Exor lascia l’Italia e si trasferisce in Olanda

Dopo Fiat Chrysler Automobiles, Ferrari e Cnh Industrial, ora anche la capogruppo, la holding Exor, assieme con la Giovanni Agnelli & C. (che ha il 52,9% della holding), lasciano l’Italia per trasferirsi in Olanda.

Exor porta in Olanda sia la sede legale sia quella fiscale, che è a Londra per le altre società, ma mantiene la quotazione esclusivamente a Piazza Affari. 

L’obiettivo dell’operazione, avvenuta attraverso la fusione di Exor con la controllata olandese Exor Holding NV, è quello di creare “una struttura societaria più semplice” che risponda meglio al profilo sempre più internazionale del gruppo, ha spiegato il presidente John Elkann (nella foto).

Nel dettaglio, ogni azionista di Exor riceverà un’azione ordinaria Exor NV, che attribuirà 1 diritto di voto per ogni azione Exor detenuta. Ai soci “fedeli” andranno 5 diritti di voto per ogni azione posseduta ininterrottamente per 5 anni e altrettanti se il periodo copre l’arco di dieci anni. 

L’unica condizione sospensiva alla fusione è che l’ammontare dell’importo da pagare agli azionisti che abbiano esercitato il diritto di recesso e ai creditori di Exor non sia superiore a 400 milioni. In particolare, il prezzo dovuto agli azionisti che eserciteranno il diritto di recesso è pari a 31,2348 euro per ogni azione contro un valore di Borsa di 33,51 euro.

“Negli ultimi dieci anni abbiamo continuato a semplificare la nostra organizzazione e a svilupparci seguendo evoluzione dei nostri business”, ha sottolineato Elkann nella nota, “i nostri principali investimenti hanno già riorganizzato le proprie strutture societarie per riflettere meglio la loro attività globale ed è quindi naturale che Exor si allinei a loro”.

Inoltre, ha evidenziato, “il meccanismo di fidelizzazione incentiverà gli azionisti che investono sul lungo termine e sono felice che questo progetto abbia già ricevuto il sostegno di istituzioni e di imprenditori di grande successo a livello mondiale, alcuni dei quali siamo orgogliosi di avere già come attuali azionisti”.

Nell’ambito di questo nuovo riassetto, infatti, sia l’azionista di controllo di Exor sia altri investitori sono pronti a sottoscrivere l’inoptato. In particolare la Giovanni Agnelli & C. che ha confermato pieno sostegno all’operazione impegnadosi ad acquisire le azioni Exor eventualmente rinvenienti dall’esercizio del diritto di recesso e non collocate “fino a un controvalore massimo pari a 100 milioni di euro”.

Presenti poi altri investitori che si sono impegnati ad acquistare le azioni inoptate eccedenti il controvalore di 100 milioni fino a un controvalore massimo complessivo di 300 milioni. Tra questi figurano la Cascade Investment, società di investimento di Bill Gates, Jacob Rothschild e Nassef Sawiris. Il tutto con l’obiettivo, dunque, di creare una base stabile dell’azionariato in un orizzonte di medio periodo. 

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