Fumata nera sulla vendita di Bim. Veneto Banca la rimette in vendita

Nulla di fatto. La vendita del 51,4% di Banca Intermobiliare, controllata da Veneto Banca, alla cordata di investitori capitanata dal vicepresidente della stessa Bim, Pietro D’Aguì , è saltata. E così il cda della controllante ha deciso di rimettere in vendita l’asset. 

La decisione è stata comunicata dallo stesso Istituto di Montebelluna, che in una nota ufficiale ha fatto sapere della scadenza del  termine per «l’ottenimento da parte della Cordata dell’autorizzazione, da parte della Bce, all’acquisizione di una partecipazione di controllo nel capitale sociale di Bim. In ragione della scadenza del termine e della mancata autorizzazione all’acquisizione da parte della Bce, la compravendita non potrà avere esecuzione». 

Il cda di Veneto Banca, guidato dal presidente e ad Francesco Favotto (nella foto)ha quindi deciso di «riavviare i contatti con potenziali acquirenti sia a livello nazionale che internazionale», anche alla luce «di rinnovate manifestazioni di interesse da parte di importanti operatori del settore».

È molto probabile che a parteciare sarà anche la stessa cordata di D’Aguì, la quale, come comunicato alla fine di giugno, dovrà presentare una nuova offerta dopo lo stop imposto da Francoforte. Sulla decisione avrebbe pesato il mancato rispetto dei requisiti di onorabilità di alcuni dei compratori per alcune pendenze giudiziarie legate alla vecchia gestione, motivo per il quale in ambienti finanziari si ipotizza una ridefinizione della cordata con il possibile passo indietro di alcuni soggetti.

Stando ai precedenti accordi, la cordata di  avrebbe dovuto acquisire il controllo di Bim con un’Opa prevista subito dopo la pausa estiva, mentre Veneto Banca sarebbe scesa al 20% del capitale pur restando azionista di riferimento della boutique finanziaria. La società comunque sarebbe rimasta quotata in Piazza Affari con un flottante simile a quello attuale.

 

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