I 50 DEL PRIVATE EQUITY

Sono i professionisti che nell’ultimo anno si sono maggiormente distinti. Una fotografia firmata Financecommunity.it che racconta i profili e il lavoro svolto in questi dodici mesi

a cura di Eleonora Fraschini

Per il private equity italiano, il 2024 si è chiuso con il segno “più”: le operazioni complessive sono state 423, dato che segna un incremento del 4% sull’anno precedente. Anche il 2025 è iniziato con numeri positivi e l’annuncio di 33 nuovi investimenti conclusi nel mese di gennaio. Protagonista del mercato italiano resta il mid market, ma si rilevano anche alcuni deal di dimensioni più consistenti, soprattutto nel settore energy & infrastructure. I settori di interesse, infatti, meritano una menzione: healthcare e benessere (con il filone della silver economy), comparto alimentare e ambito tech (in particolare intelligenza artificiale e cybersecurity) sono sempre al centro dell’attenzione dei fondi italiani e internazionali. Energia pulita e infrastrutture, con il supporto del Pnrr, catturano l’interesse di un numero sempre maggiore di investitori, insieme al comparto space economy e defence, portato in primo piano dal contesto geopolitico instabile degli ultimi anni. Per districarci in questa costellazione di operazioni, con caratteristiche diverse tra loro, ci siamo basati anche dati elaborati da Aifi e Private Equity Monitor – PEM (Liuc Business School), che ci hanno permesso di identificare i fondi e i professionisti che si sono maggiormente distinti negli ultimi dodici mesi.

Ecco di seguito i loro profili.

  1. Francesco Canzonieri (Nextalia, amministratore delegato), in foto

Competenze trasversali in diversi settori, track record e capacità di costruire relazioni: questi sono i pilastri su cui Francesco Canzonieri ha sviluppato Nextalia Sgr nel 2021. Un’iniziativa che è cresciuta, raccogliendo risultati consistenti, come dimostrano i numeri dell’ultimo anno. La società promossa dall’ex global co-head of corporate & investment banking di Mediobanca, al fianco di primari investitori istituzionali italiani, investe nelle eccellenze italiane per accelerarne la crescita sostenibile, gestendo oltre un miliardo e mezzo di euro. Nextalia Sgr è una realtà che opera su più livelli: nel settore education, attraverso la sua portfolio company Digit’Ed, ha acquisito FieldEd da B.F. Ha inoltre anche completato con successo la raccolta del fondo Nextalia Ventures, a soli sei mesi dal lancio, attraverso cui ha investito nella scale-up Hlpy. Sul fronte della gestione del portafoglio, Nextalia ha perfezionato importanti operazioni attraverso il fondo Nextalia Credit Opportunities, tra cui l’accettazione della proposta di acquisto di Italtel da parte di Digital Value, la cessione della continuità aziendale di Gruppo PSC (attraverso Nuova PSC e Atisa) al consorzio Conpat, e la vendita del ramo energia ad Arcipelago. Il fondo ha, inoltre, completato tre operazioni di acquisto di crediti ipotecari single name con sottostante immobiliare. Lo scorso aprile è stato lanciato il fondo Nextalia Capitale Rilancio (che ha appena fatto il suo primo investimento in Ca’ Zampa) e a dicembre è stato approvato il fondo Nextalia Flexible Capital. A fine 2024, ha accolto H14 nel proprio capitale sociale e ha riorganizzato la propria struttura. In chiusura d’anno, Nextalia Sgr ha poi completato la cessione della sua partecipazione nel Gruppo Diagram a un consorzio formato da Cdp Equity e Trilantic Europe.

2. Andrea Bonomi (Investindustrial, fondatore)

Prosegue la crescita per Investindustrial, la realtà guidata dal ceo Andrea Bonomi. Bonomi ha fondato nel 1990 la società di investimento che oggi gestisce 16 miliardi di euro. È stato un anno pieno di attività per Investindustrial. Nel comparto tecnologico, ha acquisito il 58,35% di Piovan e investito in RCF Group (audio professionale), mentre la controllata CEME ha rilevato DTI (elettronica per food service). Nel segmento lusso e beni di consumo, ha acquisito la maggioranza di Eurovetrocap (packaging cosmetico) e Grupo Alacant (gelati private label). Un passo significativo è stata l’apertura della sede di Abu Dhabi con otto professionisti. Attraverso Omnia Technologies, il gruppo ha anche consolidato la sua presenza nel settore dell’automazione e imbottigliamento con l’acquisizione di ACMI, SACMI Beverage e SACMI Labelling.

3. Alberto Signori (KKR, partner)

Alberto Signori è partner del team infrastrutture di KKR dal 2018. Specializzato in investimenti nei Paesi Emea, il suo nome finito sotto i riflettori in particolare per aver gestito la separazione e acquisizione della rete fissa infrastrutturale di telecomunicazioni di TIM. Il deal, conclusosi a luglio dello scorso anno, ha visto la partecipazione di un consorzio di investitori internazionali guidati da KKR, insieme al MEF e a F2i per un valore di circa 20 miliardi di euro. Tra ottobre 2024 e febbraio 2025 Alberto Signori è stato inoltre protagonista nell’operazione Enilive, nella quale il fondo infrastrutturale di KKR ha rilevato da Eni prima una quota del 25% per 3 miliardi di euro e poi un ulteriore quota del 5% per un controvalore totale di 3,5 miliardi di euro.

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letizia.ceriani@lcpublishinggroup.it

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