Intesa e Unicredit cedono quote in Bankitalia per oltre 600 milioni

Prende il via il riassetto dell’azionariato di Banca d’Italia. Le prime a vendere parte del loro pacchetto sono state Intesa Sanpaolo, che ha firmato i contratti preliminari per vendere una quota del 5,7% dell’istituto di Via Nazionale per 430 milioni a Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte, e Unicredit, che ha ceduto il 3,2% dell’istituto per un controvalore di oltre 200 milioni di euro.

Le due operazioni seguono ladirezione indicata dal decreto legge del governo Letta nel 2013 che oltre a stabilire la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia, da 156 mila euro del 1936 a 7,5 miliardi, allo stesso tempo fissava in tre anni il tempo massimo per la cessione delle partecipazioni eccedenti il 3%.

Prima di oggi, nessuno degli azionisti con partecipazioni eccedenti tale limite si era mosso, a parte Allianz (cessione a Banca di Credito Cooperativo di Roma, Banca Sella Holding, Banca Sistema ed Eurovita Assicurazioni) che è scesa dall’1,3 all’1%.

Dopo la cessione annunciata ieri, Intesa Sanpaolo resta il primo azionista di Via Nazionale (la quota del gruppo è scesa dal 42,4 al 36,7%, la spa aveva circa il 31%) davanti a Unicredit (ora circa 19%), Generali (6,3%), Cassa Risparmio Bologna (6,2%), Inps (5%) e Carige (3,9%).

Il valore nominale della quota di Intesa, si legge in una nota dell’istituto, «coincide con il valore di carico» e dalla valorizzazione pari a 430 milioni del 5,7% del capitale si evince una valutazione complessiva della Banca d’Italia di 7,5 miliardi, in linea con la rivalutazione operata a fine 2013 dal governo.

Ora i nuovi azionisti Enpam, Inarcassa, Cassa Forense, Enpaia, Cassa Ragionieri e Banca del Piemonte si attendono un rendimento del loro investimento compreso fra il 4 e il 5%: Intesa Sanpaolo ha incassato, con la partecipazione in Banca d’Italia, circa 300 milioni di dividendi negli ultimi due anni, 161 nel 2014 e 144 nei primi nove mesi 2015.

Noemi

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