Intesa raggiunge il 90,2% delle azioni Ubi, le tappe dell’aggregazione

I dati preliminari dell’offerta pubblica di scambio promossa da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca indicano una vittoria schiacciante della banca guidata da Carlo Messina (nella foto). L’ops si è infatti chiusa con adesioni pari al 90,2% del capitale, ben oltre l’obiettivo il limite del 66,7%. Un’operazione dal valore di 4,1 miliardi di euro complessivi.

Ieri 30 luglio, ultimo giorno dell’offerta, sono state consegnate 166,2 milioni di azioni (il 14,53% del capitale), che portano il totale a quota 1,03 miliardi. Avendo superato il 90% del capitale di Ubi, ora Intesa Sanpaolo ha l’obbligo di acquistare i titoli rimanenti dagli azionisti che ne dovessero fare richiesta con i pagamento, a scelta del socio, che potrà avvenire o in base ai termini dell’opas (17 titoli Intesa ogni 10 azioni Ubi più 0,57 euro cash) oppure interamente in contanti pagando 3,5 euro cash ad azione. A quel punto Ubi Banca sarà delistata, prima tappa del processo che vedrà Intesa inglobare Ubi.

Successivamente ci sarà la fase due dell’operazione, cioè la fusione delle attività di Ubi Banca in Intesa che dovrebbe avvenire entro il primo trimestre 2021. Addio così alla quarta banca che paese e al marchio che dal 2007, nato dall’accorpamento fra Banche Popolari Unite e Banca Lombarda, è tradizionalmente vicino soprattutto ai territori di Bergamo e Brescia.

Prima della fusione è prevista la convocazione per metà settembre dell’assemblea da parte del board di Ubi, che il 3 agosto alla semestrale dovrebbe arrivare dimissionario mentre entro dicembre si cederanno i 532 sportelli a Bper, come previsto dall’accordo.

Daremo vita a una nuova realtà in grado di rafforzare il sistema finanziario italiano e di ricoprire un ruolo di leader nello scenario bancario europeo”, ha commentato Messina, assicurando che “la valorizzazione dei colleghi di Ubi sarà per me un aspetto prioritario”.

Nutrita la schiera di consulenti dell’operazione: Intesa è stata assistita da Francesco Canzonieri, capo dell’investment banking di Mediobanca come regista dell’operazione affiancato da Equita, Jp Morgan, Morgan Stanley, Ubs e Morrow Sodali e, nel legale, da Pedersoli, Andrea Zoppini, Gatti Pavesi Bianchi, Tombari e Oxera. Ubi si è difesa sul piano legale con Sergio Erede dello studio BonelliErede e Linklaters e sul piano finanziario con Credit Suisse e Goldman Sachs.

Noemi

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