Intesa Sanpaolo, ok soci ad aumento per ops su Ubi. Messina conferma: deal strategico

L’assemblea degli azionisti di Intesa Sanpaolo ha approvato l’aumento di capitale al servizio dell’offerta pubblica di scambio su Ubi Banca, operazione che i vertici hanno ribadito essere ancor più necessaria alla luce delle conseguenze economico-finanziaria provocate dalla diffusione del coronavirus Covid-19.

I soci, si legge in un comunicato, hanno attribuito al cda la facoltà di esercitare, entro la fine del 2020, un aumento di capitale, in una o più volte, in via scindibile, con esclusione del
diritto di opzione, con emissione di un numero massimo di 1.945.284.755 azioni ordinarie, per un importo massimo complessivo di 1.011.548.072,60 euro, oltre sovraprezzo. A favore dell’aumento hanno votato il 98,04467% delle azioni ordinarie rappresentate

Il prezzo delle azioni di nuova emissione verrà determinato al momento dell’emissione; “nell’ipotesi di considerare il prezzo dell’azione Intesa Sanpaolo al 21 aprile scorso, pari a 1,3366 euro, l’aumento di capitale risulterebbe (a puro titolo esemplificativo) pari a 2,6 miliardi di euro”.

Il confronto tra il patrimonio netto tangibile di Ubi Banca e l’ammontare dell’aumento di capitale di Intesa Sanpaolo determina una differenza che, al netto della quota attribuibile al fair value delle attività e passività acquisite e della valorizzazione di eventuali attività intangibili, rappresenterà il goodwill negativo (o badwill), dal quale va poi sottratta la perdita registrata per effetto della cessione del ramo bancario ceduto a BPER Banca. Al 21 aprile scorso il badwill risultava pari a 4 miliardi, rispetto a 2,2 miliardi di euro determinato sulla base del prezzo ufficiale di 2,502 euro – preso come riferimento per la determinazione del costo preliminare dell’operazione – al 14 febbraio scorso.

All’assemblea hanno partecipato azionisti in rappresentanza del 52,25385% del capitale sociale. I soci hanno approvato il bilancio 2019 e la destinazione a riserve dell’utile, oltre agli altri punti all’ordine del giorno.

Commentando l’esito dell’assemblea, l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina (nella foto), dopo aver ripercorso le misure adottate nelle ultime settimane a sostegno di famiglie e imprese, ha sottolineato che, “grazie al sostegno dei nostri azionisti, proseguiamo con maggior convinzione nell’offerta di scambio promossa nei confronti di Ubi. Un’operazione che, nel contesto generato dall’epidemia da COVID19, acquisisce maggiore valenza strategica e per Ubi Banca una prospettiva ancor più rilevante: elevata patrimonializzazione, robusta copertura dei crediti deteriorati, dimensione, diversificazione e capacità di investimento assumono ora ulteriore valore. L’operazione andrà avanti anche in presenza di adesioni al 50% più un’azione del capitale di Ubi”, ha ribadito Messina. “La creazione di un campione italiano – leader a livello continentale, grazie alla posizione di settimo operatore per generazione di ricavi e terzo per valore di borsa dell’Eurozona – sarà in grado di generare ulteriori benefici per tutti gli stakeholder e per i territori di elezione di Ubi e rappresenterà un solido supporto all’economia reale e sociale, con un rafforzamento complessivo del Paese. Sono previsti ogni anno 10 miliardi di credito aggiuntivi, senza alcuna revoca dei fidi concessi. Garantiremo la valorizzazione del personale Ubi, che manterrà piena autonomia nell’erogazione del credito a livello locale. Rafforzeremo queste aree grazie all’assunzione di 2.500 giovani, mentre le uscite saranno solo su base volontaria, come Intesa Sanpaolo ha sempre fatto con le sue persone. Nei territori in cui è presente Ubi e dove sono presenti i suoi azionisti, saremo in grado di portare la nostra capacità di remunerare gli azionisti in maniera significativa e sostenibile con dividendi distribuiti, pari a circa 13,5 miliardi in cinque anni, senza considerare i 3,4 miliardi di dividendi a valere sull’utile 2019, la cui distribuzione è stata sospesa sino ad ottobre, raccogliendo le raccomandazioni della Bce”.

Noemi

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