Intesa Sanpaolo, via libera della Bce all’ops su Ubi. Nessuna modifica per Covid-19

Via libera della Bce all’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. Il semaforo verde di Francoforte, giunto nella serata di venerdì, non sgombra la strada da tutti gli ostacoli che dovrebbero portare il gruppo guidato da Carlo Messina (nella foto) a conquistare l’istituto lombardo, ma certo costituisce un passo avanti.

La Bce, si legge in un comunicato, ha autorizzato Intesa Sanpaolo ad acquisire almeno il 50% del capitale di Ubi, nonché a conquistare il controllo indiretto di IW Bank.

Nella nota che riporta l’ok della Bce, Intesa Sanpaolo ricorda le ragioni strategiche alla base della proposta formulata agli azionisti di Ubi. L’istituto guidato da Messina “ritiene, pur non disponendo tuttora di informazioni in merito ai possibili effetti pregiudizievoli della
pandemia da Covid-19 su Ubi Banca, che ragionevolmente dalla pandemia non derivino effetti
tali da modificare negativamente l’attività di Ubi Banca e/o la situazione finanziaria, patrimoniale, economica o reddituale sua e/o delle società del gruppo Ubi (oltre ad analoghi effetti per l’offerta e per Intesa Sanpaolo); di conseguenza, Intesa Sanpaolo non includerà tra le condizioni di efficacia dell’Offerta la pandemia da Covid-19 e i suoi effetti”.

Il semaforo verde della Bce segna un punto a favore di Intesa Sanpaolo anche in relazione al tentativo dei vertici di Ubi di bloccare l’operazione attraverso la pronuncia di un tribunale. Inoltre, Francoforte considera valida l’offerta di Ca’ de Sass anche se le adesioni si dovessero fermare al 50% più un’azione e non raggiungere la soglia del 66%.

D’altro canto, l’ok della Bce non significa che l’aggregazione debba considerarsi cosa fatta nei termini indicati da Intesa Sanpaolo. L’Antitrust deve ancora pronunciarsi sull’operazione: l’offerente, come è noto, ha siglato un accordo con Bper Banca per cedere alcuni sportelli e con Unipol per vendere le attività di bancassurance di Ubi. Ma non è detto che le concessioni vengano giudicate sufficienti ai fini di evitare una concentrazione eccessiva in alcune aree geografiche e di business.

In secondo luogo, i soci storici di Ubi, quelli riuniti nel patto Car, si sono pronunciati fermamente contro l’operazione. Il fronte dei contrari a Intesa non dovrebbe andare oltre il 20% circa, ma potrebbe coagulare altri scontenti, sebbene non sembra che i soci contrari possano andare oltre la soglia del 30%, non sufficiente a bloccare il deal, ma certo in grado di costituire un grattacapo per Messina.

Noemi

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