LA CORSA DI LAZARD? PORTA LA FIRMA DI MASSIMO PAPPONE
di camilla conti
Lazard è salita di recente sui primi tre gradini del podio nella classifica Thomson (sia per deal annunciati sia per completati) degli advisor finanziari più attivi in Italia nelle fusioni e acquisizioni nei primi tre mesi dell’anno. Cui si aggiungono molte altre operazioni. Da Sorgenia a Edison (per il dossier E.On Italia), dalla quotazione di Poste (è consulente di Cdp) alla Fondazione Mps che con i consigli dell’advisor è riuscita a salvarsi e a cedere gran parte delle sue quote nella banca a un ottimo prezzo. Ma Lazard ha anche curato il collocamento di Moncler, la vendita del 20% di Versace a Blackstone e il passaggio dell’Inter da Massimo Moratti all’indonesiano Thohir.
Nella filiale italiana della maison fondata nel 1848 negli Stati Uniti dai tre fratelli francesi Lazard, i motori girano a pieno ritmo. Fra gli alfieri di questa avanzata c’è Massimo Pappone. Laureato alla Bocconi in Business Administration e con in tasca un MBA Insead, Pappone è arrivato nella sede milanese di via dell’Orso a novembre 2006 dopo oltre dieci anni passati in Goldman Sachs dove era responsabile per l’investment banking in Italia.
In Lazard il banchiere si è subito occupato dei grandi clienti tricolori della griffe e delle operazioni crossborder. Oggi è a capo del team che segue i dossier più importanti. Negli ultimi mesi Pappone si è concentrato soprattutto sulla delicata partita senese. La Fondazione, storico socio di riferimento del Monte dei Paschi, ha ottenuto il via libera da Bankitalia alla cessione del 6,5% alle società Fintech Advisory e Btg Pactual Europe Llp. I riflettori sono puntati soprattutto sulle mosse della triplice alleanza siglata dalla Fondazione con il fondo messicano e quello brasiliano con un patto di sindacato sul 9% di Mps che non prevede penali in caso di ritiro di una delle parti. Anzi, come ha sottolineato la presidente Mansi lo scorso 4 aprile, “potrebbe essere la base di un polo di aggregazione”. Polo attorno al quale costruire l’azionariato di riferimento con una quota di circa il 18-19% per governare la banca e presentare una lista per il nuovo cda. Sfruttando una fase di forte ripresa delle quotazioni del titolo Mps in borsa, dalla fine di gennaio l’ente presieduto da Antonella Mansi ha ceduto complessivamente il 27,9% per un incasso di circa 685 milioni, riuscendo ad azzerare il debito con le banche e a mantenere un piede nella banca. Un successo che porta anche la firma di Massimo Pappone.