Lega Calcio, Rothschild con Cvc-Advent-Fsi. Mediobanca e Nomura con Bain Capital
Sono attese per la fine della settimana, probabilmente venerdì 28 agosto, le offerte vincolanti per una quota di minoranza della media company della Lega Calcio che gestirà i diritti tv della Serie A. Inizialmente fissata per domani, la scadenza per la presentazione delle offerte è stata spostata di qualche giorno, pare su richiesta di alcuni presidenti di club.
Secondo diverse fonti, sul tavolo dell’advisor Lazard giungeranno due proposte per l’acquisizione di una partecipazione di equity, una formulata da una cordata formata da Cvc Capital, Advent International e Fsi, con Rothschild nel ruolo di advisor finanziario; una seconda offerta verrà presentata da Bain Capital, che nella partita è affiancata da Mediobanca e Nomura.
Sul dossier, Lazard ha messo in campo una squadra di top player dell’investment banking, formata dal ceo Marco Samaja, dal deputy ceo Igino Beverini (nella foto) e dal managing director Alessandro Foschi, completata da Carlo Gallovich e Federico Bertolini.
L’associazione guidata da Paolo Da Pino aveva avviato il processo dopo aver ricevuto una proposta da Cvc, operatore di private equity che in Italia vede alla guida Giampiero Mazza. Per massimizzare l’incasso, la Lega ha deciso di dare vita a un processo di asta, modalità poco gradita a Cvc, che, però, per non gettare alle ortiche l’opportunità di business e il lavoro di analisi svolto è rimasta sul dossier, e ora ha deciso di unire le forse con Advent – che in Italia è guidata da Francesco Casiraghi – e con Fsi. Il fondo che vede al volante Maurizio Tamagnini è entrato nella partita più recentemente, pare sollecitato anche da alcuni presidenti di club e da ambienti politici, preoccupati dall’assenza di un soggetto di matrice tricolore nel deal.
Secondo quanto scritto dal Sole 24 Ore sabato scorso, le offerte punterebbero a una quota del 10-15% della media company, valutandone il 100% circa 15 miliardi di euro.
Sul tavolo di Lazard e Dal Pino, però, non dovrebbero giungere soltanto proposte riguardanti l’ingresso nell’equity della media company che la Lega punta a costituire per gestire i diritti tv; resta in piedi l’ipotesi alternativa di ricorrere a un finanziamento, con General Atlantic, Gso-Blackstone e Fortress che hanno formulato proposte in questo senso.
Inoltre, c’è una corrente di presidenti di club – capeggiata da Aurelio De Laurentiis, patron del Napoli – che preferirebbe gestire la media company della Lega in autonomia, senza un socio finanziario di minoranza.
Il piano di De Laurentiis – secondo le indiscrezioni emerse nelle ultime settimane – punta a introiti pari a 2,5 miliardi di euro nell’immediato, per arrivare a 2,9 miliardi l’anno alla fine dei primi cinque anni di attività.
Milanofinanza.it ritiene che ai nastri di partenza si presenteranno anche Wanda (con la regia di Marco Bogarelli) e Mediapro, interessate alla gestione dei diritti tv e alla creazione del canale tematico. Non è chiaro se questi soggetti abbiano avviato un dialogo con De Laurentiis.
Il sito del quotidiano finanziario, inoltre, riferisce di un interesse di Tim. E ricorda che sullo sfondo ci sono due convitati di pietra. Uno è Sky Italia, che non ha ancora definito una strategia sui diritti 2021-2024. L’altra incognita è Amazon, già entrata sul mercato inglese, con un’offerta per alcuni match della Premier League, e in Germania, dove si è aggiudicata i diritti su alcune partite della Bundesliga.
Il 9 settembre (non più il 2, come da calendario precedente) è prevista la riunione della Lega chiamata a pronunciarsi sulle offerte ricevute. Nel caso in cui venissero bocciate, allora potrebbe prendere corpo il piano di De Laurentiis.
Di certo – come abbiamo avuto modo di sottolineare in occasione dell’acquisto della Roma da parte di Friedkin -, la partita per una quota della media company della Lega Calcio testimonia quanto questo sport resti un business attraente per gli investitori finanziari, nonostante gli stadi svuotati dall’emergenza sanitaria.