L’export spinge il bilancio di Sace

Risultati positivi per SACE, il braccio finanziario dello stato dedicato all’export, che trainata dalla ripresa economica chiude i primi nove mesi dell’anno con un utile netto pari a 433 milioni di euro, il 15% in più rispetto allo scorso anno.

 Stando al bilancio al 30 settembre 2015, la società ha inoltre registrato un portafoglio di operazioni assicurate a 78,5 miliardi di euro, in aumento del 5% rispetto al 30 settembre 2014; premi lordi a 361,6 milioni di euro (+41%); sinistri liquidati a 224,1 milioni di euro (-31%).

Relativamente ai dati patrimoniali, le riserve tecniche sono pari a 2,3 miliardi di euro, mentre il patrimonio netto a 4,9 miliardi di euro, in calo del 12% principalmente per effetto della riduzione del capitale sociale di 799 milioni di euro perfezionata a inizio anno in favore dell’azionista.

Nei primi nove mesi dell’anno, SACE ha garantito 6 miliardi di euro di operazioni di export o internazionalizzazione, in aumento del 27%. Particolare dinamismo si è registrato nei paesi dell’Africa sub-sahariana (come Etiopia e Kenya), dove sono stati assicurate operazioni per 1 miliardo di euro, quasi quadruplicate rispetto allo stesso periodo del 2014, e nei paesi europei extra-UE e della Comunità degli Stati Indipendenti (Turchia e Russia in primis), dove sono stati assicurati volumi per 1,7 miliardi di euro.

Infrastrutture e costruzioni, crocieristico e automotive sono stati i settori di maggiore attività nei primi nove mesi dell’anno, a fronte di un rallentamento dell’oil & gas, che per esposizione si conferma il primo settore in portafoglio.

Le attività di assicurazione del credito, cauzioni, protezione dei rischi e factoring hanno generato volumi per 15,6 miliardi di euro. Da segnalare l’incremento del 22% del turnover, pari a 2,2 miliardi di euro, relativo ai crediti smobilizzati in favore delle imprese.

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