L’impatto della rappresentanza femminile nel CdA per il dealmaking

Le questioni relative alla diversità di genere negli incarichi dirigenziali delle aziende stanno richiamando sempre più l’attenzione di diversi stakeholder, tra cui governi, autorità di regolamentazione, investitori ed enti del settore. Tali tematiche riguardano la quota percentuale di donne presenti nei CdA aziendali e nelle cariche dirigenziali di alto livello, lo squilibrio nella rappresentanza dei sessi nel ruolo di CEO, oltre che le disparità di genere in materia di retribuzione.

Un recente studio condotto da Intralinks SS&C in collaborazione con Cass Business School, Londra e Acuris Studios, mira ad evidenziare i vantaggi di una maggiore diversità di genere nei consigli di amministrazione. Prendendo in esame più di 16.700 operazioni di M&A effettuate in un arco di tempo di 20 anni, lo studio dimostra che, sebbene la rappresentanza femminile nei CdA aziendali sia cresciuta e vi sia un forte sostegno da parte dei principali investitori istituzionali e società per la parità di genere nei consigli di amministrazione, vi è ancora un pregiudizio da parte degli investitori verso le negoziazioni condotte da donne CEO.

Questo pregiudizio è dimostrato nei seguenti cinque punti:

  1. A seguito dell’annuncio di un’acquisizione, le performance del TSR (Total Shareholder Return, il rendimento totale dell’azione) di aziende guidate da donne CEO risultano inferiori rispetto a quelle di aziende con un CEO uomo.
  2. Tuttavia, lo studio dimostra che i consigli di amministrazione che hanno una rappresentanza femminile di oltre il 30% ottengono risultati migliori, basati sulla TSR, rispetto a quelli delle loro controparti con rappresentanza esclusivamente maschile.
  3. Pertanto, si deduce che le basse prestazioni del TSR delle aziende con CEO donne non può essere spiegata da una scarsa performance aziendale dopo l’acquisizione. In particolare, crescita delle vendite, redditività e rendimento del capitale netto o patrimonio, sono risultati migliori per gli acquirenti guidati da CEO donne rispetto a quelli guidati da CEO uomini.
  4. Un TSR più negativo non può essere spiegato nemmeno da scelte inefficaci a livello delle operazioni di M&A. Lo studio dimostra che le CEO donne tendono a concentrarsi su società-target di qualità migliore e meno rischiose rispetto alle operazioni condotte dalle controparti maschili; le aziende acquisite da società guidate da donne tendono infatti a presentare una maggiore crescita delle vendite, maggiore redditività, maggiore liquidità e valutazioni più elevate (vale a dire tutti indicatori di società forti) e tendono a essere perlopiù aziende nazionali, il che rappresenta un rischio minore. I CEO di sesso femminile tendono inoltre a ridurre ulteriormente il margine di rischio delle transazioni, coinvolgendo almeno un consulente finanziario nella conduzione di operazioni di M&A.
  5. Gli intervistati hanno sostenuto la tesi secondo cui la diversità di genere nei CdA accresce la qualità del processo decisionale e introduce una maggiore disciplina nell’identificazione dei target e durante il processo di negoziazione, tutti elementi che insieme contribuiscono a migliorare le performance dell’azienda. Tuttavia, molti hanno sostenuto che il mercato continua a reagire in modo diverso agli annunci di acquisizione fatti da donne CEO rispetto a quelli fatti da CEO uomini.

In definitiva, lo studio indica che, sebbene i consigli di amministrazione equilibrati per genere siano ben percepiti esternamente, c’è ancora molta strada da fare prima che gli amministratori delegati donna possano essere accuratamente percepiti e valutati correttamente. Questo è un cambiamento che dovrebbe diventare una realtà nei prossimi anni, poiché un numero sempre maggiore di donne sta raggiungendo posizioni di alta responsabilità nelle aziende.

 


 

Per maggiori informazioni in merito al report, potete contattare:
Alfonso Robustelli (arobustelli@intralinks.com), responsabile in Italia di Intralinks.

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