A Magnetar Capital piace la complessità
Risolvere situazioni complesse. Luca Di Rico (nella foto) non assomiglia al mister Wolf di Pulp Fiction, ma si propone di intervenire laddove c’è bisogno di capitali per sbrogliare matasse finanziarie e un business che produce ricorrenti flussi di cassa.
Di Rico è responsabile europeo private capital di Magnetar, società di investimenti alternativi che utilizza una gamma variegata di strategie di investimento con l’obiettivo di conseguire rendimenti risk-adjusted stabili nel tempo. Magnetar, che ha sede nell’Illinois, è stata fondata nel 2005 e ad oggi conta 230 dipendenti. Alla fine del luglio scorso gli asset in gestione ammontavano a 12,9 miliardi di dollari. Di Rico è nel gruppo dal 2006 e, facendo base a Londra, valuta investimenti in tutta Europa, ma principalmente in Gran Bretagna, Spagna e Italia. Nel nostro Paese il primo investimento è datato gennaio 2017.
L’operazione di Magnetar più nota in Italia è stata l’erogazione di circa 40 milioni alla società della famiglia Del Cortivo per effettuare l’opa su Cad It. Deal «molto complesso», nota Di Rico, «un public to private solo a debito», con tecnicalità articolate legate a cash confirmation e costi associati. Nell’operazione Magnetar si è avvalsa della collaborazione di Banca Consulia, attiva nella consulenza finanziaria partecipata dal fondo, «uno dei nostri investimenti che, anche se nel portafoglio di private capital, potremmo considerarlo specialty finance»: i finanziamenti speciali rappresentano una delle strategie di investimento di Magnetar, ovvero alternative credit & fixed income, energy & infrastructure, systematic investing. In Italia il gruppo sinora ha effettuato tre tipologie di operazioni: rifinanziamento complesso, progetto di crescita e riallineamento della struttura proprietaria.
Il manager cita l’intervento nel bioparco ZoomTorino come una sorta di summa della tipologia di operazioni targate Magnetar: «C’era una situazione complessa, con l’esigenza di un rifinanziamento articolato, fondi di private equity che volevano uscire dal capitale, un imprenditore che doveva riacquistare le quote e la preparazione di piani di crescita con gestione degli investimenti».
Perché un imprenditore dovrebbe preferire il fondo a una banca? «Innanzitutto perché eroghiamo un unico importo significativo invece di tante linee bilaterali», spiega Di Rico. «In secondo luogo, i nostri loan sono tutti bullet (gli interessi sono annuali, mentre il capitale viene restituito alla scadenza in un’unica soluzione, ndr). Garantiamo la certezza del funding. Infine, interveniamo in situazioni complesse, che il sistema bancario in genere non è pronto a recepire. Di sicuro, non è in grado di intervenire con la nostra flessibilità».
Magnetar interviene con finanziamenti compresi tra 15 e 100 milioni (la size standard è attorno a 30-40 milioni). Si tratta di operazioni che confinano con il private equity, ma il gruppo Usa non punta ad acquisire partecipazioni: un deal in stile Elliott sul Milan, cosiddetto loan to own, non è nelle corde di Di Rico. La strategia è affine a certe operazioni effettuate da hedge fund di recente.
C’è un terreno sul quale Magnetar entra in competizione con i fondi di private equity: il riassetto azionario nell’ambito di…
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