M&A,TRE AZIENDE SU DIECI PRONTE A NUOVE ACQUISIZIONI NEL 2015

Il 34% delle aziende italiane, e il 40% di quelle straniere, si prepara, per i prossimi 12 mesi, a nuove operazioni M&A sia in Italia che all'estero. È il valore più alto negli ultimi tre anni.

A rilevarlo è l'undicesima edizione del Global Capital Confidence Barometer di EY, indagine che ha coinvolto 1.600 dirigenti in più di 60 paesi, secondo la quale condizioni di mercato più solide e la crescita della pipeline di deal dovrebbero riportare le operazioni di M&A globali ai livelli pre-crisi del 2006, sia in termini di volume che di valore, dopo il crollo nelle operazioni di M&A durato cinque anni.

Scendendo nel detaglio, secondo la ricerca il 2014 si è distinto per l'alto valore delle operazioni effettuate, mentre il 2015 sarà caratterizzato da operazioni di M&A di medie dimensioni. Quasi due terzi degli intervistati (60%) si aspetta infatti un'ulteriore crescita nei volumi delle operazioni, anche dopo i risultati relativamente positivi di quest'ultimo anno.

«Nonostante la complessità dell'economia globale, dall'indagine è emerso come le aziende siano attivamente alla ricerca di una crescita delle dimensioni aziendali, pianificando attività di M&A – spiega Marco Mazzucchelli, TAS Leader di EY per l'area Mediterranea-. A livello locale si registra un ritorno di fiducia da parte degli operatori stranieri per le nostre aziende, mentre sul piano domestico, interessanti operazioni di aggregazione hanno favorito processi di consolidamento e di ristrutturazione». 

Sebbene gli intervistati italiani abbiamo manifestato un aumento di fiducia nei confronti dell'economia globale, aggiunge Mazzucchelli, «il 58% si aspetta infatti un miglioramento nei prossimi 6 mesi, cresce il pessimismo per l'economia locale. Il 21% degli intervistati conferma la propria incertezza sulla stabilità economica italiana, indicando tra le cause principali l'instabilità politica e il ritmo delle riforme strutturali all'interno dell' Eurozona».

Pipeline di operazioni in crescita

La crescita della pipeline di operazioni di M&A (+30% nel mese di aprile) rappresenta, stando alla ricerca, il segnale più importante per il futuro. Inoltre, secondo due terzi degli intervistati (66%) la pipeline di operazioni M&A crescerà ulteriormente nel corso del prossimo anno – una percentuale più che raddoppiata rispetto a sei mesi fa. Un ulteriore segnale rispetto a questa tendenza si riscontra nel fatto che più della metà degli intervistati (53%) prevede un aumento di operazioni ostili e non richieste.

Il divario di valutazione rimane invece stabile: la metà dei dirigenti vede solo una piccola discrepanza tra le aspettative di acquirenti e venditori rispetto al valore delle operazioni – incoraggiando la conclusione dei deal sul breve termine.

L'attività di M&A è anche supportata da livelli di fiducia più alti da parte dei C-suite rispetto allo scenario macroeconomico globale. Il numero di dirigenti che considerano stabile l'economia globale è quasi raddoppiato in un anno (dal 24% al 44%), mentre gli equilibri geopolitici restano la maggior preoccupazione per il 37% dei dirigenti – dato in crescita rispetto al 30% registrato sei mesi fa. Tuttavia, questa preoccupazione è controbilanciata dal sentiment positivo verso gli utili societari (dal 43% al 77% in 12 mesi) e da una triplicazione della fiducia nella stabilità di mercato a breve termine (dal 21% al 64% in 12 mesi).

Ma gli intervistati sono fiduciosi: secondo quattro dirigenti su dieci, il mercato M&A crescerà nel corso del 2014, mentre la maggior parte (55%) ritiene che il trend di mercato rimarrà sostanzialmente inalterato. Otto intervistati su dieci prevedono inoltre che la propria pipeline di deal rimarrà sostanzialmente invariata nel corso del prossimo anno, mentre secondo il 18% degli intervistati la pipeline di deal potrebbe aumentare.

In generale, cresce la percentuale di intervistati che giudicano in maniera positiva l'andamento dell'economia globale (dal 36% di aprile al 58% di oggi), mentre è in leggera diminuzione la fiducia rispetto alla crescita dell'economia nazionale (dal 27% di aprile al 24% di oggi). La maggior parte degli intervistati (55%) considera inoltre stabile l'andamento dell'economia. I rischi principali sono invece rappresentati dalla crescente instabilità politica internazionale (35%) e dal ritmo di attuazione delle riforme strutturali nell'Eurozona (24%). Per quanto riguarda invece l'occupazione, la maggior parte degli intervistati (40%) prevede di mantenere gli stessi livelli occupazionali, mentre il 34% pensa di avviare nuovi piani di assunzione.

Lo slancio nel mercato di medie dimensioni guida le operazioni di M&A

Il 2014 è stato caratterizzato dal ritorno di operazioni di grande dimensione e il contesto continua a rimanere favorevole per acquisizioni importanti, anche se si prevede che la crescita dell'M&A nel prossimo anno sarà guidata dal mercato di medie dimensioni. Si registra infatti uno spostamento importante nell'attenzione degli intervistati, che si aspettano di concludere operazioni uguali o inferiori ai 250 milioni di dollari.

L'influenza sempre maggiore degli azionisti contribuisce a garantire che la gestione dei costi rimanga una componente fondamentale all'interno delle strategie di crescita. Quasi la metà degli intervistati (48%) conferma infatti come questo tema rappresenti una priorità. L'attenzione ai costi incoraggia le operazioni di M&A per rafforzare le operazioni di base. Mentre la maggior parte delle aziende si concentra sulle acquisizioni, più di un terzo (37%) sta ancora aspettando di realizzare operazioni, in particolare negli Stati Uniti. Il mercato dell'M&A dovrebbe continuare a registrare operazioni ad alto valore, ma allo stesso modo si prevede che torneranno protagoniste le operazioni di M&A sul mercato di medie dimensioni.

Destinazioni e settori privilegiati

Il sentiment verso i mercati maturi ed emergenti rimane equilibrato. Paesi come Stati Uniti, Regno Unito, Cina, Giappone, India e Australia dovrebbero continuare a rappresentare i principali acquirenti. Brasile, Cina, India, Regno Unito e Stati Uniti rappresentano invece le destinazioni di investimento privilegiate.

Automotive, Technology, Life Sciences, Telecommunications e Consumer Products sono invece i settori di maggior interesse.

Noemi

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