Mediobanca con Sofima nell’opa su Ima. Entra Bc Partners

Affiancata da Mediobanca, Ima BidCo, la società veicolo che fa riferimento alla holding Sofima, avvia l’offerta pubblica di acquisto obbligatoria totalitaria sulle azioni ordinarie di Ima con l’obiettivo delisting mente il fondo Bc Partners entra nella società.

Mediobanca affianca Sofima con un team composto da Francesco Dolfino (nella foto), Luca Bollini e Lorenzo Fumarola.

Nel dettaglio, in Sofima, che controlla il gruppo attivo nella progettazione e produzione di macchine automatiche per il processo e il confezionamento di prodotti e quotato allo Star di Borsa Italiana, il fondo Bc Partners è entrato con una quota del 20% affiancando gli azionisti presenti, a partire dagli esponenti della famiglia Vacchi e ora la holding avvia l’opa che ha per oggetto il 48,158% del capitale sociale di Ima, corrispondente all’intero flottante sul mercato.

L’offerente riconoscerà un corrispettivo di 68 euro cum dividendo per ogni azione portata in adesione per un controvalore massimo complessivo superiore a 1,4 miliardi di euro, finanziati per metà da un pool di banche composto da Jp Morgan, Bnp Paribas, Unicredit, Mediobanca e Morgan Stanley.

Per Ima l’obiettivo è crescere a livello internazionale, in particolare nel mercato nordamericano, oltre che per linee esterne. La holding Sofima, “si propone di cogliere eventuali future opportunità di sviluppo e crescita, ivi incluso mediante il perfezionamento di grandi acquisizioni e l’espansione in nuovi mercati”, spiegano i documenti relativi all’opa, oltre a “valorizzare il business nel medio-lungo periodo, consolidando la propria posizione di leadership nell’industria del packaging machinery”.

Nei primi nove mesi del 2020 la società guidata da Alberto Vacchi  ha riportato un utile prima delle imposte a 59,8 milioni, in calo del 49,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso; il risultato 2019 includeva anche 56,3 milioni relativi alla rimisurazione al “fair value” della partecipazione Atop. I ricavi consolidati sono stabili a 1,02 miliardi (+0,7%) mentre l’ebitda ante oneri non ricorrenti sale a 146,6 milioni (+10,1%) e l’ebitda a 144,6 milioni.

Noemi

SHARE