Minibond: a fine 2018 il mercato vale 19 miliardi. Ma è in calo

Alla fine del 2018 il numero complessivo delle emissioni di minibond registrate sul mercato Extra Mot Pro, mercato non regolamentato della Borsa Italiana, è di 345, per un valore totale di 19 miliardi di euro. I dati sono stati raccolti e pubblicati nel report annuale “Barometro minibond” di minibonditaliy.it.

È da segnalare, però, che il ricorso ai minibond in Italia si è ridotto progressivamente tra il 2016 e il 2018. Per quanto riguarda le emissioni di titoli inferiori a 50 milioni di euro, nel 2016 si sono registrate 63 operazioni, per un ammontare totale di quasi 9,2 miliardi. L’anno successivo i minibond emessi sono stati 60, per un valore di 224 milioni. Il 2018 si è chiuso con 45 operazioni per un importo di 107 milioni. A pesare su questa inflessione è stata l’incertezza soprattutto politica, con alcune situazioni che hanno creato turbolenze e instabilità nel nostro Paese: le elezioni del 4 maggio e la lunga trattativa per la formazione dell’esecutivo; la manovra di bilancio ad alto deficit (2,04%) e il rischio della procedura di infrazione “minacciata” dall’Unione europea.

 

 

Tornando ai dati del 2018, un’ampia maggioranza di emissioni di minibond riguarda le operazioni inferiori a 50 milioni, 288 per ammontare di 2,2 miliardi, quelle superiori a 150 milioni sono state 44, per un valore di 15,8 miliardi. Le operazioni con un valore compreso tra 50 e 150 milioni sono state 13 (1,17 miliardi). La prevalenza di emissioni di minibond inferiori a 50 milioni è giustificato dal fatto che si tratta di uno strumento pensato per le aziende non quotate, che sono in maggioranza le piccole e medie imprese, che, in generale, hanno capitali e utili molto inferiori alle multinazionali o alle grandi spa.

I settori che trainano il mercato sono quelli industriali, food & beverage e la comunicazione (media e ict – information and comunication technology): in questi tre settori sono stati investiti capitali in minibond per 33 milioni. Un caso significativo dell’interesse degli operatori del food&beverage nei confronti del mercato dei minibond è quello dell’azienda De Cecco, brand di produzione di pasta, che ha emesso due prestiti obbligazionari: il primo di 21 milioni è stato quotato sul mercato Extra Mot, il secondo da 4 milioni non è stato quotato.

Il taglio medio delle operazioni, anche nell’ultimo triennio, va progressivamente riducendosi fino 7 milioni a fine 2018 dagli 8,4 del dicembre 2016. Parallelamente scende anche la cedola media, passata dal 5,34% al 5,07% in tre anni.

Tornando alle emissioni inferiori a 50 milioni, che – ricordiamo – sono la maggioranza delle operazioni, il 67,2% si concentra in quattro regioni: in testa il Veneto, con il 24,6% del totale emesso per un complessivo di 496 milioni, poco sotto la Lombardia, col 22,7% e 459 milioni, seguono Emilia Romagna e Lazio, rispettivamente con 10,2 e 9,7% e 207 e 195 milioni.

Noemi

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