Mps al controllo di Mediobanca. Adesioni all’opas al 62,29%
Banca Monte dei Paschi Siena ha conquistato ieri il 62,29% di Mediobanca a seguito dell’opas (offerta di pubblico acquisto e scambio) lanciata nel gennaio scorso. Il superamento della soglia del 50% consente a Mps di blindare la governance e soprattutto di utilizzare le Dta (deferred tax assets), i crediti fiscali differiti che avranno un impatto diretto e positivo sul bilancio consolidato del gruppo. Inoltre, assumendo il controllo di Mediobanca, Mps diventa automaticamente anche il primo azionista di peso di Generali, di cui Mediobanca detiene il 13%.
Ora il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel, avrebbe deciso di dimettersi a una riunione già programmata per il 18 settembre insieme al resto del Cda, secondo indiscrezioni riportate dal “Financial Times”.
LA STORIA DELL’OPAS DI MPS SU MEDIOBANCA
Mps ha lanciato l’opas su Mediobanca il 24 gennaio scorso. J.P. Morgan Securities e UBS Europe agiscono quali consulenti finanziari. Nell’offerta iniziale, Mps puntava a ottenere almeno il 67% delle azioni di Mediobanca, cioè i due terzi che servono per decidere sulle questioni straordinarie. Poi la soglia minima è scesa al 35%.
Banca Mps ha incrementato la sua offerta il primo settembre scorso, aggiungendo una componente in contanti di 0,9 euro per azione, per un corrispettivo di circa 750 milioni di euro. Pochi giorni dopo, le adesioni all’opas sono schizzate al 38,5%. Nella sola seduta di ieri, le adesioni all’opas sono salite dal 46% al 62%.
Decisivi i grandi azionisti: Delfin (la holding di Del Vecchio) e il gruppo Caltagirone, insieme titolari di quasi il 30% del capitale; la famiglia Doris con la holding Finprog; Fidelity; Enpam; Anima; Tages, che hanno spinto le adesioni ben oltre la soglia del 50%.
Il Consiglio di amministrazione di Mediobanca ha più volte bocciato l’offerta, definendola il 4 settembre scorso “priva di razionale industriale nonché priva di convenienza per gli azionisti di Mediobanca”, precisando che il il maggiore corrispettivo “non è di per sé sufficiente, anche alla luce dei rischi di dissinergie e di distruzione di valore che caratterizzano l’offerta a mutare la precedente valutazione di non congruità e inadeguatezza”.
L’opas ha un valore di 13,5 miliardi di euro. I termini si riapriranno tra il 16 e il 22 settembre 2025. Nel caso in cui Mps raggiunga la quota del 66,7% del capitale, si aprirebbe la strada a una fusione piena tra i due istituti.