Outlook e Best Picks 2023: il report di Equita
Dopo un mese di dicembre che ha visto mercati azionari in calo (indice Global Equities -4.4%, S&P500 -5.8%, Eurostoxx600 -3.3%, FTSEMIB -3.7%) principalmente a causa della risalita dei tassi d’interesse da metà mese in avanti dopo le riunioni delle banche centrali preoccupate dall’andamento dell’inflazione, la partenza del 2023 è stata finora positiva per gli indici europei (Stoxx600 +3.4%, FTSEMIB +4.7%) e asiatici (HSI +6%, CSI300 +3%), mentre leggermente negativa per quelli USA (S&P500 -1%, Nasdaq -1.5%).
I timori di recessione rimangono il principale ostacolo ad una ripresa del mercato, insieme ai rischi al ribasso sulle stime degli utili. Il 2022 si è chiuso con un calo dei mercati azionari globali del -18.5%, con un -19% per lo S&P500 (il peggior calo dal 2008), -33% per il Nasdaq (con Tesla -65%, Meta -64%, Amazon -50% e Apple -26% che complessivamente hanno bruciato oltre $3trn di capitalizzazione di mercato), -10.3%
per lo Stoxx600. Anche il mercato obbligazionario ha registrato cali significativi, con i titoli di Stato USA a -19% (con il rendimento del 10Y passato dal 1.5% a fine 2021 al 3.9%) e il Bund tedesco a -20.5% (10Y dal -0.18% a fine 2021 al 2.48%).
La volatilità sui mercati è leggermente salita a dicembre, con l’indice VIX in rialzo del 10% a 23. Le materie prime sono scese (Bloomberg Commodities Index -3% a dicembre, 2022 +13.5%) ma con trend contrastanti all’interno dell’indice. Il petrolio è calato (da inizio dicembre a oggi -8% a $79 al barile), mentre sono saliti leggermente il rame (+2.5% a $8,400 per tonnellata) e l’oro (+3.8% a $1,835 l’oncia) in scia all’indebolimento del dollaro.
Il prezzo del gas in Europa è tornato sotto i €100/MWh per la prima volta da febbraio 2022 (€ 65/MWh ultimo dato vs. €93/MWh medi a novembre) grazie a temperature più miti, al rallentamento stagionale della domanda industriale e l’accordo UE sul price-cap (a € 180/MWh). Tuttavia, in Europa permangono le forti difficoltà di approvvigionamento e i timori sulle forniture per il prossimo inverno.
Per quanto riguarda i tassi USA, da inizio dicembre a oggi il rendimento del decennale è salito di +12bps al 3.73%, mentre l’inflazione attesa è scesa di -14bps al 2.2%. La curva dei tassi USA 10Y-2Y resta invertita (-74bps), continuando a segnalare un’alta probabilità di recessione in arrivo. La FED ha alzato i tassi d’interesse di +50bps al 4.25-4.5% (come atteso) dopo quattro strette di +75bps, il livello più alto in 15 anni. Si tratta del settimo rialzo dei tassi consecutivo, con una decisione presa all’unanimità. Nonostante i recenti progressi emersi sul fronte dell’inflazione, Powell ha indicato che saranno necessarie ulteriori evidenze “per avere fiducia che l’inflazione sia sul corretto cammino” e che “c’è ancora lavoro da
svolgere”. La proiezione mediana per l’inflazione core PCE a fine 2023 è stata rivista al rialzo al 3.5% dal 3.1%, con una crescita del PIL del +0.5% dal +1.2% precedente, con un tasso di disoccupazione che raggiungerà un picco al 4.6% dal 4.4% precedente. Il terminal rate sui Fed Funds è visto ora al 5.1% a fine 2023 (dal 4.6% precedente, mentre il mercato continua a scontare un livello più basso, i.e. 4.5%), e 4.1%-3.1% alla fine del 2024-25. “La nostra interpretazione – si legge nel report di Equita – “è che ipotizzare un taglio tassi sia ancora prematuro, la velocità degli aumenti dei tassi rallenterà dalla prossima riunione, aumentano le probabilità di avere una pausa nel rialzo tassi dalla riunione di marzo (negativo per il dollaro USA)”. La pressione al rialzo dei rendimenti USA è stata determinata anche dalla decisione a sorpresa della BoJ di modificare la sua politica sul controllo della curva dei tassi (YCC), portando il range di oscillazione dei tassi dei titoli di Stato del Giappone dalla precedente forchetta – 0.25/+0.25% al nuovo range -0.5/+0.5%.
In Europa, la BCE ha deciso un rialzo di 50bps dei tassi di riferimento, un aumento in linea con le attese di mercato. Tuttavia, le indicazioni emerse dalla conferenza stampa della Presidente Lagarde sono state più falco del previsto, sia per quanto riguarda la traiettoria di incremento dei tassi di interesse (attesi “due, forse tre rialzi” da 50bps nelle prossime riunioni) che sulla riduzione del portafoglio APP. Il tasso sui
depositi della BCE è attualmente al 2%, e il mercato sconta un aumento fino al 3.5% entro giugno 2023 (dal precedente 3%, seguito da un taglio tassi nell’ultima parte del 2023/1H24). Di conseguenza, il rendimento del bund tedesco è salito di +38bps al 2.31%, mentre il decennale italiano di +48bps al 4.4%, con un allargamento dello spread BTP-Bund (+10bps a 205bps).
Sul fronte macro, la Cina ha fatto marcia indietro sulla politica Zero-Covid, dopo le proteste del mese di novembre. Pechino ha annunciato che eliminerà quasi tutte le restrizioni ai viaggi a partire dall’8 gennaio. Tuttavia, il Paese sta continuando a registrare un aumento del numero dei casi Covid (i dati relativi al monitoraggio delle infezioni e decessi potrebbero non essere affidabili, ma vari articoli suggeriscono che
un’ampia porzione della popolazione potrebbe essere stata infettata a dicembre), con un rischio di indebolimento delle prospettive economiche per il 1Q23. In USA, il mercato del lavoro è rimasto forte in relazione all’offerta, così come il dato sull’inflazione CPI è stato positivo e leggermente migliore delle attese (+7.2% YoY vs. +7.5% atteso) grazie al calo del costo dell’energia, tariffe aeree e veicoli usati.
Annualizzando il dato degli ultimi tre mesi, si ottiene una stima dell’inflazione sotto il 3%, che supporta la narrativa nei prossimi mesi di un picco dell’inflazione in USA. Al contrario, il mercato immobiliare resta debole, così come il dato sui nuovi ordini di beni durevoli nel settore manifatturiero è sceso del 2.1% nell’ultimo mese. In Europa, i PMI continuano ad indicare una stagnazione della produzione.
LE SCELTE DI EQUITA
“Entrando nel 2023, confermiamo la nostra view neutrale sui mercati azionari, privilegiando l’esposizione verso titoli di qualità e mid-small caps. Se da un lato la minor pressione attesa sui tassi d’interesse è consistente con una stabilità dei multipli di mercato dopo il forte de-rating registrato da inizio 2022, dall’altro lato pensiamo che i fondamentali siano ancora di poco supporto, con bassa visibilità sulla profondità e durata del rallentamento economico in atto”, continua il report.
“Abbiamo modificato leggermente i pesi in modo che i cinque titoli più sovrappesati coincidessero con i Best Pick 2023 (Campari, DiaSorin, Banca Mediolanum, A2A, Stellantis). Tra le mid-caps, invece, i titoli che fanno parte della selezione Best Picks 2023 (Danieli Risparmio, BFF, Brembo, Reply, Mondadori) avranno un peso doppio rispetto agli altri”.
“A livello settoriale, manteniamo un posizionamento neutrale sui finanziari, con una preferenza verso società con business model meno esposti al costo del rischio, ampia dotazione di capitale e di depositi (con beta basso), e spazio di re-pricing degli attivi (Banca Mediolanum, FinecoBank). Tra le banche tradizionali le nostre preferite sono Unicredit, BAMI e Credem. Nel settore Utilities siamo sovrappeso (A2A, ERG, ENEL,
Terna). Nel settore Energy, la nostra unica esposizione è ENI, mentre nel settore industriale manteniamo un approccio selettivo privilegiando titoli che abbiano dato prova di avere “pricing power” anche in contesti di mercato recessivi o che abbaiano catalyst specifici (Interpump, Stellantis, Pirelli, Iveco). Siamo neutrali sulla
tecnologia (dove i nostri titoli preferiti restano Reply, Digital Value, WIIT), e sovrappeso settore Healthcare (DiaSorin, Recordati)”.