Pillarstone chiude su Sirti e guarda ad accordi con altre banche

Dopo mesi di trattative, la società specializzata nella progettazione, realizzazione e manutenzione di grandi reti di telecomunicazione Sirti è stata ceduta al veicolo di turnaround Pillarstone Italy.

Il fondo avrebbe infatti firmato a inizio mese un accordo con il venditore HIIT Holding, che detiene il 73.16% di Sirti, che valuta la società per 320 milioni di euro, incluso un debito pari a 284 milioni verso Intesa Sanpaolo, azionista con il 26.8% del gruppo.

Con questa operazione, Pillarstone dovrebbe salire al 100% di Sirti attraverso un aumento di capitale da 25 milioni e un pagamento a Intesa di 18 milioni e a HIIT di 6 milioni – il quale dovrebbe reinvestire nella società e acquisirne il 20% –  con un saldo finale cash per assumere il controllo della società di 43 milioni.

Sarebbe previsto, inoltre, un ulteriore aumento di capitale per 12.5 milioni che Pillarstone, partecipato da Kkr, Unicredit e Intesa Sanpaolo, avvierà al verificarsi di determinate condizioni.

Sirti ha registrato nel 2015 un fatturato per 654 milioni, contro i 622 del 2014, con una crescita media dell’8% dal 2012 (e dell’8.2% all’anno dell’Ebtida).

Per Pillarstone, se tutto dovesse andare secondo i piani, in dirittura d’arrivo ci sarebbe anche un’altra operazione, quella con la compagnia armatoriale quotata Permuda, in crisi dal 2013 e in trattativa con le banche.

Ma non dovrebbe finire qui. Stando a quanto affermato a MF da John Davison (nella foto), a capo di Pillarstone Italy, e ceo e coinvestitore di Pillarstone Europe, il gruppo si starebbe preparando a «operazioni con altre banche», oltre a Unicredit e Intesa Sanpaolo, «a dimostrazione del fatto che siamo in grado di trovare un’intesa anche con istituti di taglia minore».  

La macchina, dunque, sembra essere partita, «la struttura è testata e quindi confido nel fatto che d’ora in poi si possa lavorare a ritmo più spedito», ha aggiunto Davison. Peraltro l’Italia sta facendo da apripista per il resto della struttura Pillarstone Europe, che vede pronte a partire anche Pillarstone Greece e Pillarstone Germany.

Intanto, si fanno sempre più frequenti le voci di una crisi interna al gruppo, derivante in particolare dallo scontro di vedute tra il presidente Davison e l’amministratore delegato di Pillarstone Italy, Andrea Giovanelli, anche se la sua posizione, al momento, non è ancora stata definita ufficialmente.

Noemi

SHARE