Poste Italiane debutta a Piazza Affari

Poste Italiane sull’altalena il primo giorno di negoziazioni a Piazza Affari.  I titoli della società sono partiti a +1,7% ma dopo pochi minuti rallentano a +0,22% (6,765 euro) fino a scivolare per poco in negativo.

A prescindere dall’andamento iniziare, per l’amministratore delegato Francesco Caio si tratta comunque di «un traguardo e un punto di partenza», ha commentato prima dell’apertura del mercato. Nonchè «una nuova fase che si basa sull’aver portato sul mercato servizi e valori di Poste – ha aggiunto – Siamo fiduciosi e consapevoli degli obiettivi da raggiungere. L’azienda dovrà misurarsi con investitori che ci guardano e si aspettano l’attuazione del piano che abbiamo a grandi linee già tratteggiato».

L’attesa per questo momento era grande, sia perché fino a poco tempo fa era difficile immaginare il regno degli uffici postali quotato in Borsa, ma anche e soprattutto perché si tratta della prima grande privatizzazione di una controllata del ministero dell’Economia dopo il periodo d’oro degli anni ’90. L’ultimo caso di queste dimensioni era stata l’Enel, sbarcata a piazza Affari quindi anni fa. 

Per quanto riguarda il panel di investitori, secondo quanto comunicato in serata dal gruppo, il 60,8% dei titoli del collocamento di Poste Italiane sono stati acquistati da 168 investitori istituzionali esteri, il 27,2% da investitori qualificati italiani e il restante 12% circa da piccoli risparmiatori e dipendenti e a un’ora dal debutto erano stati scambiati oltre 55 milioni di pezzi.  

Poste Italiane approda a piazza Affari con una capitalizzazione pari a 8,8 miliardi. Con questa valutazione la società dei recapiti è leggermente più grande di Mediobanca e poco più piccola di Ternae e si colloca tra i principali 14 big di Piazza Affari per valore di Borsa.

Il titolo Poste entrerà dunque Ftse Mib, che raggruppa i principali 40 gruppi italiani sia per capitalizzazione che per liquidità, con la prossima revisione dell’indice, attesa per il mese di dicembre. Prima di essere ammesse, infatti, le matricole di Borsa devono avere almeno 20 giorni di negoziazioni per poter fissare un benchmark su capitalizzazione e liquidità.

Nel frattempo il management del gruppo si sta preparando per il prossimo 9 novembre, giorno in cui è convocato il primo consiglio di amministrazione di Poste del dopo quotazione che dovrà approvare i conti del terzo trimestre. 

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