Prende forma l’Ipo di Veneto Banca, Atlante pronto a intervenire

Il prezzo minimo dell’offerta è molto probabilmente fissato a 0,10 – 0,50 euro per azione mentre il flottante necessario per la quotazione è del 25% della società. Cosi l’aumento di capitale da un miliardo di euro di Veneto Banca, e la successiva quotazione sul mercato, sembra seguire il copione già scritto da Banca Popolare di Vicenza. Ma trattandosi di un aumento con diritto d’opzione, l’inoptato verrà sottoposto agli azionisti della banca che pesano per almeno il 15-20% del capitale, cosa che potrebbe rendere meno scontato l’esito dell’operazione. 

Tuttavia, secondo le stime degli analisti nemmeno al prezzo minimo di 0,1 euro per azione la valutazione della banca presieduta da Stefano Ambrosini e guidata da Cristiano Carrus (nella foto) post-aumento sarà superiore a quella di altri istituti simili e più sani. Ciò rende difficile per i coordinatori dell’aumento trovare sottoscrittori per almeno il 25% del capitale. Nel fine settimana le altre banche sindacate (Credit Suisse, Citi, SocGen e Ubs) hanno fornito tutta la documentazione necessaria per il via libera all’operazione: il lancio dell’operazione sarebbe previsto per il 6 giugno fino al 20 e con eventuale quotazione il 28.

Proprio per evitare il fallimento dell’intera operazione, il consorzio di banche capitanato da Banca Imi ha definito il contratto di sub-underwriting con Atlante, che subentrerà nella garanzia al pool di garanzia. Lo schema, anche qui, si prevede essere molto simile a quello usato per PopVi. Nell’ambito dell’aumento di capitale della società lo scorso 20 aprile, Atlante sostituì Unicredit nel contratto di pre-garanzia dell’aumento da 1,5 miliardi e poi si accollò l’intera ricapitalizzazione, tanto che oggi controlla il 99,3% della banca vicentina. 

Senza quotazione di Veneto Banca, però, Atlante prenderebbe tutto il capitale e in ogni caso si azzererà la partecipazione degli 88 mila soci attuali, che avevano comprato anche a 40 euro per azione.

Nel frattempo, Atlante ha già cominciato il lavoro su Popolare di Vicenza, in vista del turnaround che il fondo vuole portare a termine entro 18 mesi. La prima mossa, all’assemblea del 7 luglio, sarà la nomina del nuovo board alla cui presidenza dovrebbe essere indicato Gianni Mion — vicepresidente di Edizione, la holding della famiglia Benetton — con Francesco Iorio confermato amministratore delegato. 

 

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