Private equity, raccolta a 1,9 mld nel primo semestre
Il private equity italiano regge agli scossoni politici e anzi cresce sia a livello di raccolta che di investimenti.
Stando infatti ai dati sul mercato italiano del private equity e venture capital del primo semestre 2018 di AIFI, in collaborazione con PwC Deals, nella prima parte dell’anno il comparto ha registrato una raccolta complessiva sul mercato e captive, cioè proveniente dalla casa madre, pari a 1,9 miliardi di euro, in crescita del 55% rispetto al primo semestre del 2017.
Sul mercato sono invece stati raccolti 1,7 miliardi, +43% rispetto agli 1,2 miliardi dello stesso periodo dell’anno precedente.
Escludendo l’attività dei soggetti istituzionali, la raccolta degli operatori privati è stata pari a 1,3 miliardi, contro i 453 milioni del primo semestre del 2017. Gli investitori internazionali hanno pesato sulla raccolta di mercato totale per il 38%, 50% se si escludono gli istituzionali.
“Guardando i dati sulla raccolta, se consideriamo soltanto i soggetti privati, la prima fonte sono gli investitori individuali e family office, che rappresentano il 17%, seguiti dai fondi pensione con un contributo del 16%”, ha commentato Innocenzo Cipolletta Presidente AIFI. “Di questi, solamente un terzo sono di provenienza domestica, 64 milioni, troppo pochi rispetto al potenziale che potrebbero offrire agli investitori e di conseguenza all’economia reale”.
Operazioni a +20% per 2,9 miliardi
L’ammontare investito è stato pari a 2,9 miliardi di euro, in crescita del 49% rispetto a 1,9 miliardi di euro al 30 giugno 2017. Se si escludono i large e mega deal, cioè quelle operazioni caratterizzate da un equity investito superiore ai 150 milioni, l’ammontare risulta pari a 1,4 miliardi di euro in crescita del 39% rispetto al miliardo del I semestre del 2017.
Il numero delle operazioni è cresciuto del 20% a 24; erano 20 nel primo semestre dell’anno precedente. Da segnalare poi l’apporto degli operatori internazionali, che in Italia hanno realizzato la metà, il 50%, delle operazioni totali. Questo interesse dei fondi esteri, ha aggiunto Francesco Giordano, partner di PwC “si conferma anche per i prossimi mesi”.
Nel dettaglio degli investimenti, il segmento early stage (investimenti in imprese nella prima fase di ciclo di vita, seed, startup, later stage) è cresciuto del 122% in ammontare (96 milioni di euro) e del 23% per numero di operazioni, 80, ovvero la metà del numero totale dei deal. Il buyout (acquisizioni di quote di maggioranza o totalitarie) è cresciuto del 29% in numero, 44 operazioni, e per ammontare, +10% a quota 1,3 miliardi di euro. L’expansion, cioè quegli investimenti di minoranza finalizzati alla crescita dell’azienda, ha attratto 230 milioni di euro, +67% rispetto ai 138 milioni del primo semestre 2017.
Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono stati pari a 1,1 miliardi di euro, + 202% rispetto ai 373 milioni del primo semestre 2017. “Nel primo semestre 2018 continua il trend di crescita evidenziato nel secondo semestre 2017” – ha commentato Francesco Giordano, Partner di PwC Deals – “In particolare l’aumento del numero delle operazioni (+15%) nei segmenti early stage, expansion e mid buyout è un segnale molto incoraggiante per la solidità del mercato e i futuri sviluppi “.
Target e settori
Sempre lato investimenti, dal punto di vista delle dimensioni delle imprese, prevalgono ancora una volta le aziende con meno di 50 milioni di fatturato, che rappresentano il 75% del numero totale (87% nel primo semestre del 2017).
Per quanto concerne la distribuzione settoriale, in termini di numero di operazioni, nel comparto ICT sono stati realizzati 31 deal (19% del totale), nel settore dei beni e servizi industriali 28 (18%), nel medicale 20 (12%). Nella distribuzione geografica delle 150 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia, il 78% sono state fatte al Nord, 117, in crescita rispetto alle 93 dello stesso periodo dell’anno precedente; diminuisce il numero degli investimenti nel Centro, 18, con un peso del 12% rispetto alle 23 dello scorso anno nel medesimo periodo.
Cresce il numero operazioni al Sud che totalizza a 15, il 10%, del totale in Italia rispetto alle 12 operazioni del semestre precedente.
Disinvestimenti in calo
Quanto ai disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2018 ne sono stati realizzati 59, un numero che segna una diminuzione del 24% rispetto al primo semestre 2017, dove erano 78.
L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 1,1 miliardi di euro, contro gli 1,2 miliardi del primo semestre del 2017 (-10%). Nella distribuzione delle exit per tipologia, nel primo semestre ha prevalso la vendita a soggetti industriali, 19, pari al 32% del numero totale, mentre nell’ammontare ha prevalso la cessione a individui privati, family office e istituzioni finanziarie con il 54% del totale pari a 594 milioni di euro.