Quotazioni e pmi italiane: una grande opportunità per il sistema Paese

Quali opportunità offre il mercato dei capitali per le pmi italiane? Questa è la domanda da cui ha preso avvio la tavola rotonda dal titolo IPOs and SMEs, realizzata all’interno della Legalcommunity Week. Al panel hanno partecipato Stefano Bellavita, Executive Chairman & Managing Partner di Alantra Italy; Andrea Costantini, Managing Partner and President di Smart Capital; Federico Girotto, CEO di Masi Agricola; Barbara Lunghi, Head of Primary Markets Italy di Borsa Italiana; Diego Selva, Head of Investment Banking, Banca Mediolanum e Marzio Ciani, Senior Counsel, Legance.

Nella percezione comune, il percorso di quotazione spesso viene considerato profittevole solo per le large-cap. Dal dialogo è invece emerso che anche le pmi, che costituiscono la base del tessuto economico italiano, possono avere diversi vantaggi dall’ingresso nel mercato dei capitali.

«Stiamo attraversando indubbiamente una fase complessa per il mercato quotato, caratterizzata da un acceso dibattito relativo al tema dell’illiquidità e ai numerosi delisting che si sono verificati negli ultimi dodici mesi», ha spiegato Diego Selva. «Nonostante il momento delicato, rimane la convinzione che per un Paese come l’Italia, con la sua conformazione e tessuto imprenditoriale fortemente sovrappesato sulle PMI, è importante che continui ad esserci la possibilità anche per le PMI di accedere in maniera efficiente alla Borsa, canale che ha a mio avviso riveste una valenza “strategica” per il nostro Paese e avere un mercato quotato dinamico e ricettivo anche per le PMI contribuisce a rendere più solido tutto il mercato dei capitali che investe in questa fascia di aziende». Gli elementi che costituiscono dei benefici per una PMI che si quota sono molteplici: «è da valutare l’elemento della visibilità, oltre che quello della preparazione dell’azienda dal punto di vista della struttura, dell’organizzazione e di focalizzazione sul piano industriale che viene presentato agli investitori. Un altro elemento importante è poi quello della governance». Per l’azienda, dunque, «la Borsa rappresenta un investitore silenzioso, è una forma di capitale paziente che si affianca all’imprenditore, ne sposa il progetto e quindi scommette con lui per un processo di valorizzazione nel tempo del titolo quotato».

Per intraprendere il percorso di quotazione però spesso le aziende hanno bisogno di supporto. «In questo momento c’è grande consenso sul fatto che i mercati dei capitali pubblici debbano essere più competitivi, attrarre un numero crescente di imprese e anche consolidare una base di investitori domestica dedicata che consente a queste aziende di quotarsi fattivamente», ha spiegato Barbara Lunghi, «Noi, come Borsa Italiana, ci stiamo lavorando insieme a vari altri membri della community e alle istituzioni. Concretamente, essendo parte del gruppo Euronext, supportiamo le aziende per avvicinarle con tutta la strumentazione necessaria a prendere la decisione di quotazione in modo consapevole. Abbiamo dei programmi dedicati, mi riferisco ad esempio a IPO Ready che dà la possibilità alle aziende di capire le opportunità ma anche le responsabilità legate al processo di quotazione, allo status di società e ormai una filiera di mercati adatta per accogliere le società di tutte le dimensioni e di tutti i settori, col mercato di crescita per le piccole e medie imprese, il mercato regolamentato che include il segmento Star». «Quindi – ha concluso Lunghi – Borsa Italiana sta irrobustendo la propria filiera di mercati, sta accompagnando le aziende a valutare la quotazione e sta anche partecipando ai tavoli sia domestici che internazionali che condividono l’ambizione e l’obiettivo di avere delle borse sempre più significative, più importanti e rilevanti per l’economia del Paese».

Il mercato, del resto, è molto cambiato nel corso degli ultimi anni: «Le procedure sono state semplificate e le ipo sono diventate più semplici, più veloci e meno costose», ha spiegato Stefano Bellavita. «Anche il time to market si è accorciato, ora si fanno quotazioni in tre o quattro mesi, cosa che prima era impensabile. In questo contesto acquisisce una responsabilità più importante il Nomad, che di fatto diventa la vera interfaccia tra la società e il mercato». L’imprenditore è poi diventato più consapevole delle possibilità che il mercato può dargli, «non vede più la quotazione in borsa come un ostacolo da superare ma come un’opportunità da sfruttare per continuare a finanziare la crescita, una vera alternativa al finanziamento bancario».

«Negli ultimi anni, il modo in cui abbiamo approcciato il mercato è cambiato notevolmente. In primo luogo, l’anchor investor deve essere trovato il prima possibile e deve essere credibile nei confronti del mercato. È poi importante anticipare il marketing appena si ha una bozza di equity story. L’altro elemento da valutare con attenzione è il pricing: dato che questo è un mercato in mano ai compratori, il prezzo deve essere sufficientemente basso per attrarre l’interesse dal maggior numero di controparti».

In questo contesto può essere determinante un operatore come Smart Capital, una evergreen investment holding focalizzata sugli investimenti di minoranza in società italiane, in affiancamento a progetti di crescita di lungo termine. Andrea Costantini ha spiegato che la scelta di essere azionisti di minoranza «è molto interessante perché ci consente di scegliere imprenditori eccellenti in aziende ben gestite e governate che hanno già un percorso di crescita strutturato, spesso anche un management adeguato». «Possiamo quindi partecipare con un tema di allineamento di interesse a un percorso che vede l’azienda già quotata sul mercato dei capitali e quindi che magari può consentire all’imprenditore e al socio di minoranza di traguardare un percorso di exit negli anni a venire».

Federico Girotto ha portato l’esperienza di Masi Agricola, azienda quotata da 9 anni: «Volevamo irrobustire la nostra infrastruttura aziendale e abbinare all’eccellenza vinicola lo sviluppo di nuove competenze strategico-organizzative. La produzione e distribuzione di Amarone e altri vini premium saranno sempre la nostra attività fondamentale, ma volevamo rafforzare l’azienda sfruttando le opportunità offerte dall’essere quotati, ad esempio in termini di compliance e capacità di attrarre persone chiave. E in sede di Ipo abbiamo iniziato a dichiarare pubblicamente la nostra strategia, acquisendo ulteriore responsabilità non solo verso gli azionisti facenti parte della famiglia fondatrice, i Boscaini, ma anche verso gli azionisti nel mercato e verso un novero più ampio di stakeholders». La quotazione ha quindi rappresentato per Masi Agricola un importante step nella sua crescita, percorso che l’ha portata a diventare quest’anno Società Benefit. «Altro elemento indotto dalla quotazione – conclude Girotto – è il Masi Investor Club, un vero e proprio contenitore esperienziale riservato a tutti gli investitori che hanno acquistato almeno mille azioni Masi e che li coinvolge nella vita quotidiana dell’azienda. Abbiamo più di 1.200 membri, provenienti da tutto il mondo».

In conclusione, nonostante il momento attuale di difficoltà, “bisogna continuare a lavorare tutti insieme come istituzioni e operatori del mercato per migliorare l’accesso alla Borsa per le PMI”, riprende Selva. “Non esiste una singola ricetta magica, ma dobbiamo continuare come sta avvenendo a lavorare su più fronti in maniera coordinata: normative che diano un nuovo impulso per indirizzare il risparmio privato sulla Borsa (di fatto replicando il successo dei primi PIR), ulteriore semplificazione dei requisiti per l’ammissione alla quotazione e relativi incentivi anche fiscali, favorire una maggiore presenza di operatori “sistemici” che possano fluidificare e validare preventivamente la qualità delle aziende emittenti (anchor investor, fondi specializzati in small cap o fondi nazionali dedicati), nuove regole del mercato quotato che possano favorire aggregazioni o comunque accelerare percorsi di crescita dimensionale e conseguentemente anche di liquidità dei titoli”, conclude Selva.

eleonora.fraschini@lcpublishinggroup.it

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