REAL ESTATE, CBRE: CRESCE LA FIDUCIA IN ITALIA, MILANO QUINTA CITTA’ IN UE

I timidi segnali di ripresa che si stanno affacciando sul panorama economico europeo giovano anche al settore immobiliare. Secondo quanto emerge dall’ultimo report di CBRE, consulente leader nel settore, l’Europa Occidentale è e resta il target principale dove investire anche nel 2015, scelta dal 52% degli intervistati e contestualmente migliora la posizione di Francia e Italia, che catalizzano l’interesse rispettivamente del 10% e del 6% degli investitori.

Fra le città, Milano rientra nella classifica delle migliori 10 dove investire in Europa nel 2015, al quinto posto nella graduatoria, dopo Londra, Madrid, Parigi e Berlino, scelta da un numero di investitori più che raddoppiato rispetto allo scorso anno.

«Il risultato emerso per l’Italia conferma il trend che abbiamo intercettato a fine 2012 e che si è progressivamente rafforzato grazie ad un recupero di credibilità del Paese, liquidità disponibile, espansione monetaria, tassi di interesse ai minimi ed ora anche debolezza della valuta europea Paolo Bellacosa, head of capital markets CBRE Italia -. Stiamo registrando un’intensa attività di analisi delle opportunità sul nostro mercato da parte di un numero crescente di investitori, non solo americani ma anche provenienti dall’Est Asiatico e dal Middle East».

Il tasso di mortalità delle transazioni, sottolinea Bellacosa, «è ancora molto elevato per via del dis-allineamento tra bid e ask, quindi il pricing è ancora ad oggi il tema fondamentale: ci auguriamo che i venditori arrivino ad una percezione più realistica del mercato».

Tra i settori tradizionali, il preferito dagli investitori per il 2015 è quello degli uffici, con il 44% delle risposte (il 39% nel 2014), seguito dalla logistica che conferma il risultato del 2014 (16%) raccogliendo il 17% delle preferenze. Anche l’interesse in centri commerciali si conferma invariato, indicato attraente dall’12% degli investitori (l’11% del 2014). 

Il rischio principale per l’espansione degli investimenti individuato dalla maggior parte dei rispondenti, emerge dalla ricerca, è la mancanza di prodotto a prezzi competitivi. In particolare circa il 91% degli investitori ha indicato come principale ostacolo all’investimento la disponibilità di asset, il prezzo degli asset o la competizione fra gli investitori.

Interessante notare che il problema del financing e dell’instabilità politica dell’Europa e della debolezza di alcuni Paesi non sono più considerati ostacoli alla futura attività d’investimento immobiliare. Ciò sta guidando anche il cambiamento nel tipo di asset ricercato dagli investitori e da un’ulteriore scalata nella curva del rischio. La preferenza degli investitori per i good secondary asset ha ormai superato quella per gli asset prime. Il cambiamento più significativo rispetto allo scorso anno è tuttavia la forte crescita nell’attrattività di value add e opportunistic asset class, il 10% in più rispetto al 2014, e ora in cima alla lista dei desideri degli investitori.

La mancanza di prodotto e la ricerca di rendimenti sempre più elevati, sottolinea il report, sta stimolando gli investitori a diversificare le loro strategie di investimento. Cresce quindi l’interesse per asset class alternative, fra le quali il debito immobiliare.

 

Noemi

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