Renaissance Partners: la ricetta per il valore sostenibile

di valentina magri

“Costruire aziende più grandi, più resilienti e più sostenibili nel tempo”. Questo l’obiettivo di Renaissance Partners nelle parole del partner Giovanni Camisassi, promosso managing director lo scorso febbraio.

Entrato nella società finanziaria nel 2015, nell’ultimo decennio ha preso attivamente parte a numerose operazioni, tra cui Engineering Ingegneria Informatica, Farnese Vini, Comelz, Bending Spoons e Inetum. Inoltre, Camisassi fa parte del consiglio di amministrazione di Engineering Ingegneria Informatica e di Comelz.

Forte di un track record che affonda le radici all’interno del gruppo Intesa Sanpaolo, Renaissance Partners è stata lanciata come suo spin-off nel 2015 come NB Renaissance, in partnership con il socio di maggioranza Neuberger Berman. Quest’ultimo il primo aprile 2025 ha ridotto la sua quota in Renaissance Partners ed è diventato socio di minoranza di quest’ultima. Alla sua guida sono rimasti i managing director precedenti: Marco De Simoni, Alessio Masiero, Giovanni Camisassi, Luca Deantoni, Tommaso De Bustis ed Emanuele Vignoli, insieme al fondatore Fabio Canè.

Oggi Renaissance Partners gestisce masse per oltre 2,8 miliardi di euro per conto di un mix diversificato di investitori internazionali (circa il 70% sono esteri e circa il 30% domestici). Tra gli investitori in Renaissance Partners rientrano gestori patrimoniali (c. 45% degli investitori), fondi pensione (c. 20%), gruppi assicurativi e banche (c. 15%), family office (c. 10%), e fondi sovrani, fondazioni e altre istituzioni (c. 10%).

L’obiettivo di Renaissance Partners è consolidare un percorso distintivo nel panorama del private equity italiano, ponendo al centro della propria strategia il mid-market made in Italy, una forte vocazione Esg e la capacità di creare valore in partnership con famiglie e imprenditori. Il team, composto da 30 professionisti basati a Milano, è focalizzato sull’Italia ed è riconosciuto come uno dei più qualificati e affidabili interlocutori del mercato. Merito anche di una presenza locale radicata, di un track record pluridecennale e di una relazione privilegiata con famiglie e imprenditori che vogliono essere supportati e condividere un percorso di crescita sostenibile.

Ciò si riflette anche sulla qualità del flusso di opportunità d’investimento. “Puntiamo a costruire un portafoglio concentrato di società italiane orientate all’export e leader nei rispettivi settori grazie ad innovazione e flessibilità e alto livello di servizio, punti di forza dell’eccellenza del made in Italy”, spiega Camisassi.

Risalgono al maggio scorso due importanti deal di Renaissance Partners. In primis, l’accordo per acquisire con Aurora Growth Capital l’intero capitale sociale di Genetic da CVC Strategic Opportunities e da Rocco, Francesco e Francesca Pavese che reinvestiranno nell’operazione. In secondo luogo, l’ingresso di Texas Pacific Group (TPG), importante private equity statunitense, nella compagine azionaria di Sicit, gruppo vicentino considerato campione dell’economia circolare per il suo ruolo nella trasformazione dei residui dell’industria conciaria in prodotti di altissimo valore, come biostimolanti per l’agricoltura, ritardanti e biocombustibili, controllato a sua volta da Renaissance Partners e Intesa Holding. Tra le partecipazioni più rilevanti di Renaissance Partners rientrano Engineering, Rino Mastrotto, Neopharmed e U-Power.

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valentina.magri@lcpublishinggroup.com

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