Salgono del 10% le acquisizioni cross-border, M&A stabile nei primi 9 mesi del 2015. Lo rileva EY Parthenon

L’incertezza non ferma M&A e acquisizioni cross border. Lo rivela la terza edizione dell’EY Parthenon Bulletin, relativa ai primi nove mesi del 2025. Secondo lo studio, nei primi tre trimestri del 2025, in Italia sono state annunciate 958 operazioni di investimento M&A, in lieve calo rispetto alle 1068 del 2024, ma con un valore totale di 57 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con quelli registrati nello stesso periodo del 2024. Questo risultato è stato sostenuto dalla realizzazione di megadeal (operazioni con un valore superiore a 1 miliardo di euro) che nei primi 9 mesi dell’anno ha eguagliato per numero quelli realizzati nello stesso periodo dell’anno precedente, in particolare nei settori dei servizi finanziari, industriale, energetico e dei beni di consumo.

Il private equity e i fondi infrastrutturali hanno avuto un ruolo chiave in 422 operazioni annunciate su target italiane, con una quota di investimenti add-on pari al 49%. Il settore industriale si conferma il più attivo (23% delle operazioni), seguito da beni di consumo (17%), servizi (13%) e tecnologia (12%). Si registra una crescita delle operazioni nei settori finanziario e dei servizi, mentre energia e tecnologia risentono delle incertezze legate alla transizione energetica e alla trasformazione tecnologica.

Inoltre, le aziende italiane hanno rafforzato la propria presenza internazionale: nei primi nove mesi dell’anno in corso sono state annunciate 239 acquisizioni su target estere (+10% rispetto al 2024), per un valore di 19,9 miliardi. Oltre il 60% delle operazioni si concentra in Stati Uniti, Spagna, Germania, Regno Unito e Francia. Il settore industriale resta il più rappresentato (25% delle transazioni), ma cresce l’interesse per il settore tecnologico.

Rispetto alla rilevazione di maggio 2025 rimane pressoché totalitaria (96%) la percentuale di ceo in Italia che sta attivamente perseguendo operazioni straordinarie; le joint venrture, alleanze e partnership strategiche rimangono l’opzione prediletta (54%), ma crescono l’interesse verso le acquisizioni (50%) e verso le cessioni di business non strategici (28%).

IL COMMENTO

Marco Daviddi (in foto), managing partner EY-Parthenon in Italia, commenta: “La vera protagonista oggi è l’incertezza, che, a differenza dei rischi, non può essere misurata e che impone flessibilità e rapidità di azione. In questo scenario, le imprese italiane stanno dimostrando consapevolezza e capacità di adattamento in un contesto internazionale sempre più complesso e sfidante. L’incremento delle acquisizioni all’estero è un segnale della volontà del business di rafforzare la presenza a livello mondiale e di diversificare i mercati di sbocco, anche alla luce delle tensioni commerciali in atto. A questo proposito, oltre l’80% dei ceo intervistati in Italia sta analizzando le opzioni legate alla rilocalizzazione produttiva come parte di una strategia di lungo periodo e non in modo tattico. Questo, unito anche alla necessità di soppesare con attenzione le opzioni anche dal punto di vista tecnologico e con riferimento all’AI, sta rallentando le scelte di investimento, con circa il 28% degli intervistati in Italia, contro un 8% a livello Global, che conferma questo trend. In ogni caso, il livello di fiducia dei ceo italiani sul futuro resta elevato: l’88% si dichiara fiducioso per le prospettive economiche a dodici mesi, mentre la media mondiale si attesta all’84%”.

valentina.magri@lcpublishinggroup.com

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