Sia compra la start-up T-Frutta ma rimanda l’Ipo

Quando le grandi società guardano al mondo delle start-up. È il caso di Sia, società di automazione dei pagamenti per le banche controllata dal Fondo strategico italiano (Cdp) insieme a fondi e istituti di credito italiani, che ha acquisito il 69% di Ubiq , una start-up nata nel 2012 da uno spin-off dell’Università di Parma e specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative, in particolare nell’ambito delle promozioni.

Ubiq opera tramite il marchio T-Frutta, una app per smartphone che consente ai consumatori di avere un cash-back di denaro facendo la spesa ogni volta che si acquistano prodotti proposti online. In pratica, tramite T-Frutta – fondata da Davide Pellegrini e guidata dall’ad Ivan Pastorini – è sufficiente fotografare le ricevute delle spesa entro un mese dall’emissione per avere diritto al rimborso degli sconti praticati tramite bonifico, PayPal o assegno circolare.

Il servizio, partito in provincia di Modena, è ora attivo anche a Milano e Roma e l’obiettivo è coprire l’intero territorio nazionale entro l’estate, aumentanto il numero di utenti a 100mila dagli attuali 35mila. E di conseguenza anche il fatturato, oggi pari a circa 800mila euro.

In questo contesto l’apporto di Sia, forte del suo know how nel settore dei pagamenti digitali, sarà determinante.

 Nel presentare l’operazione l’ad di Sia, Massimo Arrighetti (nella foto), si è soffermato anche sul progetto di Ipo, che vista l’attuale situazione dei mercati, molto difficilmente potrà avvenire entro l’anno. «Valuteremo i tempi – ha detto l’ad -. Non abbiamo fretta, sbarcheremo a Piazza Affari quando avremo la dimensione adatta e quando saremo davvero pronti».

Sia, controllata al 49,48 da Cdp e al 17% da F2i, è in costante crescita, grazie anche all’M&A: il fatturato 2014 è salito a 426 milioni, con un Mol di 122 milioni e profitti per 61 milioni.

Noemi

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