Sigla Credit, finanziamenti a +15% nel 2018

Sigla Credit, società controllata dal fondo Alchemy Special Opportunities Fund, specializzata in finanziamenti tramite cessione del quinto dello stipendio o della pensione, ha chiuso il bilancio 2018 con un incremento dei finanziamenti erogati del 15% rispetto al 2017, pari a 257 milioni di euro per complessivi 13mila contratti sottoscritti.

La Società ha chiuso il 2018 con un utile netto di 1,8 milioni di eur, in lieve diminuzione rispetto ai 2 milioni registrati a fine 2017 che tuttavia aveva beneficiato dell’adeguamento di alcune stime contabili.

Il conto economico dell’anno è stato impattato dai costi sostenuti per la realizzazione della cartolarizzazione dei crediti per 230 milioni e sottoscritto dalla stessa Sigla Credit (tranche junior), da Société General e Banca Imi (tranche principale) e Finint Sgr (tranche mezzanino). Questo accordo, attivo da fine ottobre, prevede il mantenimento sui libri del 40-50% dei crediti originati e coprirà interamente, insieme agli accordi in essere, i fabbisogni di provvista anche per il 2019, riducendo ulteriormente i rischi derivanti da una eventuale stretta creditizia.

“L’obiettivo dell’anno in corso è quello di raggiungere un incremento dei volumi di oltre il 15% rispetto al 2018 – ha commentato Vieri Bencini (nella foto), amministratore delegato di Sigla Credit – focalizzandoci sul consolidamento e l’ampliamento della rete agenziale con un aumento di produzione considerevole sui canali diretto e banche che ad oggi pesano per il 16% dei volumi totali. Il 2019 ha fatto registrare già nei primi due mesi un’ulteriore accelerazione dell’attività (+10% vs 2018) e l’andamento delle richieste e delle delibere di nuovi finanziamenti lasciano ipotizzare una continuazione di tale trend”.

Il risultato della gestione finanziaria è aumentato del 10,8% passando da 12,9 milioni a 14,3 milioni, grazie all’incremento delle commissioni nette del 15% sull’onda dell’incremento dei volumi. Il Risultato netto delle cessioni di crediti ha invece subito un rallentamento in seguito all’inizio del programma di cartolarizzazione nel finire dell’anno, oltre che per l’andamento altalenante dell’IRS a 5 anni durante l’esercizio. Sul fronte dei costi operativi, è rimasta forte l’attenzione all’efficienza: le spese amministrative sono aumentate per effetto dell’incremento del personale (FTE passate da 87 di fine 2017 a 98 di fine 2018) e per i costi sostenuti per la strutturazione dell’operazione di Cartolarizzazione, mentre gli altri costi di struttura sono restati pressoché stabili, in un contesto di volumi in decisa crescita.

Noemi

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