Snam lancia un bond a 8 anni da 750 mln in potenziale offerta scambio

Snam ha lanciato un bond a otto anni da 750 milioni di euro destinato a un potenziale scambio con quattro obbligazioni in circolazione della stessa società, su cui ha lanciato un’offerta d’acquisto Bnp Paribas e il cui book si è chiuso con richieste per circa 5 miliardi.

Il rendimento del titolo è stato fissato a 77 punti base sopra midswap, dopo una prima indicazione in mattinata compresa tra 95 e 100 pb poi rivista in area 80 pb (+/- 3 pb). Il pricing del bond, che ha scadenza novembre 2023, è atteso in giornata.

Global coordinator dell’emissione sono Bnp Paribas e Jp Morgan; joint bookrunner sono Bank of America Merrill Lynch, Banca Imi, Barclays, Credit Agricole, Citi, Hsbc, Mediobanca, Societe Generale e UniCredit.

Contestualmente, come spiega una nota diffusa da Snam, oggi è stata  lanciata da Bnp Paribas un’offerta di acquisto, per massimo un miliardo, su quattro bond Snam in circolazione, con scadenze 11 luglio 2016 (cedola 4,375%), 30 giugno 2017 (cedola 2,375%), 19 marzo 2018 (cedola 3,875%) e 18 gennaio 2019 (cedola 5%). L’esito dell’offerta di Bnp, che si chiude alle 17 di martedì 10 novembre, dovrebbe essere comunicato la mattina di mercoledì 11 intorno alle 12.

I prezzi di riacquisto sono stati fissati a 102,845 per il bond luglio 2016, a 103,848 per il giugno 2017, a midswap +10 pb per il marzo 2018 e a midswap +25 pb per il gennaio 2019 5%. In questo senso, «la nuova emissione obbligazionaria potrà essere destinata, in tutto o in parte, a uno scambio con quelle diverse obbligazioni che Bnp Paribas potrà aver acquistato» si legge nel comunicato Snam, in cui si aggiunge che «fino a 400 milioni» dovrebbero essere consegnati sul bond 2016.

Inoltre, «il perfezionamento dell’emissione avviata  – che si concretizzerà attraverso il collocamento delle nuove obbligazioni agli investitori istituzionali – è tra l’altro condizione, prevista negli accordi intercorsi, perché questo scambio possa avere luogo», continua la nota. Si tratta dunque di un’operazione di “liability management” strutturata in due parti, volta a «proseguire in questo modo nel processo di ottimizzazione della struttura del debito e di continuo miglioramento del costo del capitale».

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