Sorgenia, gli advisor a lavoro sulla rinegoziazione del debito

L’obiettivo è vendere l’azienda il prima possibile. Ma la strada per arrivarci è ancora lunga. Tra Sorgenia, guidata dall’amministratore delegato Gianfilippo Mancini, e il pool di 21 banche creditrici che un anno e mezzo fa hanno rilevato quasi il 100% del gruppo energetico, gravato da 1,7 miliardi di euro di debiti, l’intesa è infatti lontana.

Fra i nodi da risolvere, secondo quanto risulta a financecommunity.it, ci sarebbe in particolare l’ammontare del prestito convertendo. Ed è su questo che anche gli advisor, Lazard e Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners per la società, e Rothschild e Ugo Molinari per le banche, si starebbero confrontando proprio in questi giorni.

Per Lazard sono a lavoro il managing director Igino Beverini, il director Francesco Moro e l’m&a associate Edoardo Schiavina.

Rothschild è invece in campo con un team composto dal managing director Alessio de Comite assieme con i director Lucia Pascucci, Luca Marson e Federico Brambilla.

A inizio anno la società aveva presentato alle banche il proprio piano industriale – con la speranza di poter chiudere l’operazione dopo la pausa estiva – chiedendo in particolare un allungamento delle scadenze sul debito, un rimborso da 170 milioni per i creditori e un prestito convertendo da oltre 240 milioni per la principale controllata, Sorgenia Power.

Le banche però, sempre secondo quanto risulta a financecommunity.it, non sarebbero disposte a un finanziamento per oltre 180 milioni, preoccupate da una sostanziale “assenza di capacity market” della società, anche legata all’andamento del settore energetico. Inoltre non è escluso che gli istituti di credito non chiedano anche una revisione della governance del gruppo, che si ritrova di nuovo in un processo di rinegoziazione del debito dopo solo un anno e mezzo dalla chiusura dell’ultimo.

Oggi intanto le banche dello steering commitee – Banco Popolare, Bnp Paribas, Bpm, Intesa Sanpaolo, Mediobanca, Mps, Portigon e Ubi Banca – dovrebbero riunirsi per discutere dei termini dell’accordo. Se ormai la possibilità di chiudere la partita entro l’anno sembra essere ridotta al lumicino, alcuni spiragli di intesa, riferiscono fonti vicine al dossier, potrebbero esserci il primo semestre del 2017.  (L.M.)

Noemi

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