Ubi ribadisce che l’ops di Intesa Sanpaolo sottovaluta la banca
Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca ribadisce che l’offerta pubblica di scambio avanzata da Intesa Sanpaolo sottovaluta il gruppo guidato da Victor Massiah (nella foto), anche dopo l’aggiunta di una componente cash alle azioni.
La nuova bocciatura, contenuta in un comunicato pubblicato ieri sera, era scontata dopo la nota pubblicata in settimana.
Le condizioni, secondo Ubi, “non sono tali da far superare” le conclusioni negative espresse in precedenza dal cda. In particolare, il corrispettivo incrementato esprime una valorizzazione che “ancora non riflette il suo reale valore e non riconosce agli azionisti di Ubi il contributo apportato al valore complessivo della combined entity e un adeguato valore delle sinergie prospettate da Intesa”.
Il consiglio presieduto da Letizia Moratti ritiene che l’ops “continui a porre a carico degli azionisti di Ubi Banca gran parte dei rischi connessi al raggiungimento degli obiettivi strategici dell’operazione definiti da Intesa Sanpaolo. Il corrispettivo incrementato, seppur aumentato attraverso la componente in denaro, non remunera adeguatamente tali rischi, persistendo, inoltre, un’allocazione del valore e delle sinergie sfavorevole agli azionisti di Ubi Banca attesa l’invarianza della componente in azioni Intesa Sanpaolo”.
Inoltre, le valutazioni condotte con il supporto degli advisor finanziari (Goldman Sachs e Credit Suisse) evidenziano che “il corrispettivo incrementato esprime, al 21 luglio scorso, un concambio implicito pari a due volte, ancora inferiore alla media e alla mediana dei concambi risultanti dall’applicazione delle metodologie utilizzate dal consiglio di amministrazione, pari, rispettivamente, a 2,40 volte e 2,27 volte”. In termini di valorizzazione, la differenza precedentemente rilevata di 1,1 miliardi “risulta solo parzialmente colmata dalla componente in denaro, pari a massimi 652 milioni di euro”.
Infine, il cda sottolinea che “l’autorizzazione antitrust dispone che, nel caso in cui Intesa Sanpaolo non riesca a dismettere sportelli di proprietà di Ubi Banca, sarà obbligata a cedere sportelli di sua proprietà idonei a produrre nei mercati interessati effetti almeno equivalenti a quelli derivanti dalla cessione di sportelli Ubi, con potenziali effetti negativi sul perseguimento delle prospettive di sviluppo reddituale sottese agli obiettivi strategici dell’operazione”.
Per quanto riguarda le adesioni all’ops, a ieri sera erano pari al 26,4% delle azioni oggetto della proposta. Ricordiamo che l’offerta si chiuderà il 28 luglio.