Ubi, cessione filiali a Bper è interesse esclusivo di Intesa Sanpaolo

Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca non cambia idea: il matrimonio con Intesa Sanpaolo non s’ha da fare, anche se il gruppo guidato da Carlo Messina ha aggiunto una componente cash all’offerta pubblica di scambio.

Formalmente, il cda guidato dall’amministratore delegato Victori Massiah (nella foto) e presieduto da Letizia Moratti non si è ancora pronunciato. Ma la nota integrativa dell’informativa relativa all’ops – pubblicata su richiesta di Consob – costituisce la premessa per ribadire la posizione dei vertici di Ubi, fermamente contrari all’offerta della concorrente; la posizione del cda verrà formalizzata da un successivo comunicato.

Consob ha chiesto a Ubi di precisare che sarà soggetta all’attività di direzione e coordinamento di Intesa Sanpaolo anche se l’ops dovesse raggiungere adesioni comprese tra il 50% più un’azione e il 66,67% del capitale del gruppo guidato da Masssiah. Il consiglio di Ubi conferma che, nell’ipotesi di cui sopra, sarà sottoposto a direzione e coordinamento di Intesa, ma aggiunge che il cda vedrà in maggioranza consiglieri indipendenti.

Questione di lana caprina? No, aggiunge Ubi, perché, pur diventando parte del gruppo Intesa Sanpaolo, il comitato parti correlate e il cda saranno chiamati a valutare l’accordo che Messina ha stretto con Bper Banca, ovvero la cessione di 532 filiali di provenienza Ubi, parte integrante, anzi centrale, dell’ops, dato che senza la vendita di asset non vi sarà il via libera dell’Antitrust.

Il cda di Ubi non ritiene ravvisabile alcun interesse “di gruppo” in relazione alla cessione del ramo bancario, “giacché l’operazione di dismissione… è meramente funzionale all’attuazione di impegni assunti da Intesa Sanpaolo nel suo esclusivo interesse”, mentre Ubi ne sarà danneggiata, perché diventerebbe “una mera articolazione territoriale della rete distributiva di Intesa Sanpaolo, priva della capacità di operare quale autonomo centro di profitto”.

Pertanto, secondo i vertici di Ubi, “è ragionevole ritenere che il pregiudizio subito non potrà in alcun modo considerarsi compensato dall’appartenenza al gruppo Intesa Sanpaolo e che, pertanto, nemmeno in ragione del risultato complessivo dell’attività di direzione e coordinamento, Intesa Sanpaolo potrà legittimamente imporre alla banca la dismissione del ramo bancario”.

Su richiesta di Consob, inoltre, Ubi riferisce che il consigliere Paolo Boccardelli non ha preso parte alla riunione del cda del 3 luglio scorso, che esaminò l’ops. Sempre su richiesta della commissione presieduta da Paola Savona, Ubi pubblica le percentuali di azioni detenute dai componenti del cda, nonché i titoli in mano ai cosiddetti gruppi Bellini e Pezzolo de Rossi, aderenti al Sindacato Azionisti (soci bresciani) e le percentuali di azioni che fanno capo alla Fondazione Giuseppe Tovini e a Gold Line.

Noemi

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