Unicredit riorganizza le attività in Austria, meno 80 sportelli entro il 2018

Il riassetto di Unicredit passa dall’Austria. Il gruppo guidato da Federico Ghizzoni (nella foto) ha infatti annunciato un «incisivo» programma di ristrutturazione delle attività retail di Bank Austria che dovrebbe portare a 150 milioni di euro di risparmi addizionali entro il 2018 (per un risparmio complessivo di 300 milioni rispetto al 2014) principalmente a livello di personale. 

Il piano prevede, fra le altre cose, anche una riduzione degli sportelli a 120 da 200 entro il 2018 e il prepensionamento di 3.300 dipendenti, in accordo con i sindacati.

Inoltre, la riduzione dei costi, si legge nella nota della banca, avverrà anche attraverso il contenimento delle spese di IT e di elaborazione attraverso una maggiore standardizzazione e razionalizzazione dell’offerta di prodotti, l’ottimizzazione della rete di sportelli, con la riduzione del numero di filiali e l’incremento dell’Online Banking e l’Online-Shop, l’aggiustamento della dimensione dei Corporate Center, per esempio in tutte le funzioni di back-office e di supporto.

In questo modo, si legge, «il Commercial Banking Austria raggiungerà un cost income ratio del 65% entro il 2018 – in miglioramento rispetto all’ 87% registrato nei primi nove mesi del 2015 – e un ritorno sul capitale (ROAC) pari a 13% entro il 2018 assumendo la normalizzazione dell’effetto fiscale, con una contribuzione dei risparmi di costo pari a circa 10 punti percentuali della variazione del ritorno sul capitale tra il 2014 e il 2018».

Il piano permetterà a UniCredit di aumentare l’obiettivo di riduzione dei costi da 1,6 miliardi a 1,75 miliardi di euro entro il 2018, riducendo la base complessiva dei costi al di sotto dei 12,8 miliardi.

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