Utile netto a 2,1 miliardi per Intesa Sanpaolo nel semestre
Intesa Sanpaolo chiude il primo semestre dell’anno con un risultato netto di 2,17 miliardi di euro, con Banca Imi, l’investment bank del gruppo, che ha chiuso il primo semestre 2018 con un utile netto consolidato di 433 milioni, in crescita dai 290 milioni di un anno prima.
Per il consigliere delegato Carlo Messina (nella foto) si tratta del “migliore risultato registrato dal 2008”, ha commentato precisando che “se includiamo la plusvalenza relativa all’accordo con Intrum l’utile netto sale a 2,6 miliardi di euro, un valore pari al 68% dei 3,8 miliardi di utile dello scorso anno”
Nel complesso, nei primi sei mesi dell’anno Intesa Sanpaolo ha chiuso il bilancio intermedio con 9,4 miliardi di euro di proventi operativi netti (ricavi), in aumento del 6,1%, 4,8 miliardi di risultato della gestione operativa, in crescita del 17% e un risultato netto di 2,17 miliardi (esclusa la plusvalenza derivante dalla partnership con Intrum da contabilizzare entro l’anno).
Migliora poi la qualità del credito, con una riduzione dei crediti deteriorati lordi del 24,2% (inclusa la cessione di Npl e Intrum) il che consente a Intesa di superare già a fine giugno il 50% dell’obiettivo previsto dal piano d’impresa per il 2021. Il Common equity Tier 1 è salito al 13,6%, oltre il livello minimo previsto dalla normativa.
Tornando a Banca Imi, il margine di intermediazione è cresciuto del 22,4% a 935 milioni, mentre il risultato della gestione operativa è salito del 30,4% a 703 milioni, dice una nota. Gli interessi netti sono saliti a 285,8 milioni (+8,6%) e sono visti in crescita anche nel secondo trimestre. Le commissioni sono scese del 9,6% a 181,7 milioni.
Illustrando i dati agli analisti, Messina ha confermato “un pay out ratio previsto nel 2018 all’85%” e la priorità per la banca di “remunerare in maniera significativa i nostri azionisti”.
Messina ha escluso acquisizioni nell’asset management, “non abbiamo evidenze di possibili concentrazioni con altri operatori e non ci sono in vista aggregazioni con grandi gruppi” ha detto, confermando che il focus resta “il Wealth Management & Protection, riguardante attività finanziarie della clientela per circa 1.000 miliardi di euro”.