Venture capital, primo semestre fiacco: 57 deal per 217 milioni

Il venture capital italiano, così come altri settori, soffre il lockdown che pesa per un terzo sul valore delle operazioni, anche se . Stando ai dati del Rapporto di ricerca Venture Capital Monitor della Business School della LIUC – Università Cattaneo insieme ad AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt, il primo semestre 2020 si è chiuso con 57 operazioni (initial e follow on), in calo del 17% rispetto alle 69 nel primo semestre dello scorso anno, per un totale investito pari a 217 milioni di euro, rispetto ai 311 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente (-30%).

 

Nel dettaglio, se si guarda solo ai nuovi investimenti, gli initial, questi sono stati 49 rispetto ai 54 del primo semestre 2019 ma cresce l’ammontare investito che passa da 178 milioni di euro del primo semestre 2019 ai 197 milioni di euro dei primi sei mesi del 2020. Le operazioni follow on scendono a 8 rispetto alle 15 dei primi sei mesi del 2019 così come diminuisce drasticamente l’ammontare investito che passa da 133 a 20 milioni di euro.

“Il primo semestre 2020 vede una crescita delle operazioni initial e questo è un segnale di come l’attività del fondo di venture capital si sia focalizzata nel supportare le startup nella prima fase delicata di crescita”, ha commentato Anna Gervasoni, presidente del Comitato Scientifico del Venture Capital Monitor – VeMTM. “Questo comporta per il fondo un forte commitment nella attività di affiancamento dedicata alla crescita e affermazione della società. L’investitore, quindi, crede molto nell’attività a tal punto da profonderci capitali non solo economici ma anche umani e di management”.

Corporate venture capital e Technology Transfer
Al di là della situazione contingente, il semestre presenta alcune particolarità interessanti, come quelle sul corporate venture capital. Le imprese sono sempre più presenti nei round di venture capital e il semestre appena trascorso, benché difficile, lo conferma. In particolare, la partecipazione delle corporate negli investimenti a supporto delle realtà imprenditoriali nascenti o nella fase di primo sviluppo è, come per il 2019, pari al 26%, valore in aumento rispetto al 2018 (20%). Complessivamente venture capital e corporate venture capital hanno investito 119 milioni di euro su 36 round, le attività di sindacato tra venture capital, corporate venture capital e business angel hanno fatto registrare investimenti pari a 98 milioni di euro su 21 operazioni e i soli business angel hanno investito 31 milioni in 31 round. Il totale di queste attività porta la filiera dell’early stage ad aver investito 248 milioni di euro su 88 round.

Il corporate sta diventando attore importante del settore e questo è importante perchè parliamo di “investitori presumibilmente stabili – osserva Perluigi De Biasi, partner di E.Morace&Co. Studio Legale, partner dell’iniziativa – cioè compratori di idee e innovazioni che hanno interesse in quella singola capacità innovativa e sono meno sensibili ai temi economici immediati o alle mode”.

Poi c’è il discorso Technology Transfer. Dal 2018 al primo semestre 2020 il totale degli investimenti specializzati in startup della tecnologia è stato pari a 174 milioni di euro su 65 operazioni. Dal 2018 è, inoltre, iniziata l’operatività dei fondi della piattaforma ITAtech che a oggi hanno raccolto complessivamente 284 milioni di euro realizzando 46 investimenti per un ammontare totale pari a 42 milioni di euro (compresi i co-investitori)

Inoltre, “nel primo semestre 2020 c’è stata una sostanziale tenuta degli investimenti dei business angels italiani rispetto al primo semestre dello scorso anno” afferma Paolo Anselmo, Presidente IBAN, “È ragionevole aspettarsi un rallentamento nel secondo semestre, che potrebbe scontare una battuta d’arresto legata al lockdown. In questo contesto resta fondamentale che il Governo attui politiche a sostegno degli investimenti dei business angels. Tra quelle che abbiamo proposto c’è l’aumento del tetto massimo di investimento su cui potere applicare la detrazione fiscale del 50%”.

Distribuzione geografica e settoriale
Come per gli anni passati, a livello di investimenti initial, la Lombardia è la regione in cui si concentra il maggior numero di operazioni, 22, e che continua a crescere coprendo il 45% del mercato (era il 44% nel primo semestre 2019). Seguono Lazio ed Emilia-Romagna, entrambe con 4 operazioni, 8%. Dal punto di vista settoriale, l’Ict monopolizza l’interesse degli investitori di venture capital, rappresentando una quota del 43%. L’Ict è costituito per un 43% da operazioni su startup nel comparto dei digital consumer services, e per il 57% su società con focus su enterprise technologies. A seguire, l’8% degli investimenti initial è stato diretto verso biotecnologie e servizi finanziari.

 

 

 

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