Webidoo raccoglie 6 milioni al round A di investimenti: l’intervista a Daniel Rota
Per webidoo, il round serie A di investimenti si è concluso con 6 milioni di euro. La start up italiana specializzata nella trasformazione digitale delle Pmi del nostro Paese ha visto una risposta molto positiva del mercato al proprio piano industriale.
Il fondo 8a+ Real Innovation di 8a+ Investimenti, collocato da Banca Generali nell’ambito del progetto BG4Real, ha sottoscritto, come lead investor, un aumento di capitale di 3 milioni di euro. TIM Ventures è poi entrato nella compagine societaria attraverso l’acquisizione di una quota azionaria e un conferimento proporzionale per seguire l’aumento di capitale promosso dal lead investor. La restante parte dei fondi è stata raccolta attraverso istituti di credito che hanno deciso di sostenere webidoo.
“Siamo molto contenti di avere questi player di riferimento”, commenta Daniel Rota (nella foto), Ceo di webidoo e fondatore della start up insieme a Giovanni Farese ed Egidio Murru. “E’ la dimostrazione che anche loro riconoscono che c’è una forte necessità di internazionalizzazione e digitalizzazione delle Pmi”. “Ci hanno riconosciuto, oltre al progetto, un forte team sia di manager che di consulenti digitali. – continua – Se siamo arrivati qui è grazie a una squadra veramente forte che ci ha fatto chiudere il 2020 con 5,7 milioni di euro, nonostante il Covid. Nel primo semestre di quest’anno abbiamo già raggiunto 4 milioni di euro. Quindi i nostri investitori vedono numeri in forte crescita con una qualità molto alta”.
Il progetto di webidoo inizia nel 2017, quando i tre founder erano manager in azienda e non erano soddisfatti del modo in cui venivano gestiti i clienti e le risorse: “Le società per cui lavoravamo pensavano solo al profitto e a vendere i propri prodotti, non a vendere innovazione come piaceva a noi. Quindi abbiamo deciso di creare la nostra azienda scegliendo le migliori tecnologie, governando la macchina in modo sostenibile e scegliendo le innovazioni che secondo noi erano più richieste sul mercato, in una logica di digitalizzazione e di internazionalizzazione”. Per questo webidoo in questi anni ha stretto partnership internazionali con realtà del calibro di Google, Spotify e Alibaba. “La maggior parte delle aziende italiane sono Pmi, e per loro non c’era una realtà di riferimento”.
Oggi la start up conta oltre 350 persone ed è in grado di offrire consulenze in tutto il Paese, con le sue sedi a Milano, Roma, Palermo e la factory di produzione in Puglia. “Le nostre partnership ci permettono di portare le migliori tecnologie anche agli imprenditori più piccoli. I nostri clienti infatti vanno da Illy, Amadori, Molinari, amaro Montenegro fino alle attività locali, agli artigiani. I grandi marchi spesso li sanno orientarsi meglio, i piccoli invece si affidano a noi”.
Il Pnrr è un ulteriore stimolo per andare nella direzione della digitalizzazione: “Secondo me, il fatto che ci sia un sostegno e una linea guida che per la prima volta, a livello europeo e governativo, aiuta le aziende ad avere il coraggio di fare il passo verso l’innovazione. Prima gli imprenditori pensavano che il digitale fosse il futuro, oggi hanno capito che è il presente e la sopravvivenza. Tanti di loro hanno imparato che il mercato non è locale ma globale, e che per competere a livello globale devi per forza gestire l’azienda a livello digitale. Hanno capito che il mondo è digital, quindi si può avere un’azienda fisica, ma è indispensabile avere la visibilità digitale. Oggi vedo molta più consapevolezza rispetto al passato su questi temi”.
Per quanto riguarda il futuro, Daniel Rota ha le idee chiare: “Oggi inizia la fase due, di forte accelerazione, dove noi non escludiamo operazioni di integrazione e acquisizione. L’obiettivo è acquisire asset tecnologici complementari a quelli che già stiamo sviluppando, continuare a investire in ricerca e sviluppo, per cercare di dare ai nostri clienti sempre le migliori soluzioni. Abbiamo già dei dossier sul tavolo e stiamo dialogando per capire se possono rientrare nella nostra strategia di medio-lungo periodo. Stiamo anche valutando delle aperture estere, in particolare in Spagna”.