Grandi stazioni va all’asse Antin-Borletti-Icamap

La partita dura da mesi ma ormai il nome dei vincitori sembra essere deciso. Ad aggiudicarsi Grandi Stazioni Retail è molto probabilmente la cordata formata dal fondo infrastrutturale francese Antin, dall’imprenditore italiano Maurizio Borletti e dal gestore di fondi immobiliari Icamap, e assistiti dall’advisor Leonardo&Co.

La loro proposta, fra quelle arrivate ai venditori, Ferrovie dello Stato, è stata la più alta con una valutazione per 953 milioni di euro, dei quali 761,5 milioni di equity e 191,5 milioni di debito per 24 anni di concessione (anno di scadenza 2040) delle 15 stazioni nelle principali città del Paese.

Una proposta che ha sconfitto quelle degli altri pretendenti Altaraea (in cordata con Apg e Predica, del gruppo Credit Agricole) di 806,5 milioni (di cui 615 di equity), il private quity Lone Star con 800 milioni e Deutsche Asset Management (fino alle offerte non vincolanti insieme a Poste Vita e al fondo pensione danese Apt) con 744,5 milioni.

Per Leonardo & Co. ha gito un team guidato da André Pichler, Managing Director head of M&A Italy (nella foto) e composto dai director David Caviglia (real estate group), Cristiano Cirulli (energy & infrastructure group), l’associate Nadia Carlucci e gli analyst Alessandro Pallotta, Vittorio Galano, David Greenfeld.

Per completare l’operazione servono ora l’ok da parte dei consigli di amministrazione di Ferrovie dello Stato, che di Grandi Stazioni Retail aveva il 60%  e di Eurostazioni, di cui fanno parte Edizione (la holding di famiglia dei Benetton), Vianini Lavori (gruppo Caltagirone), Pirelli e con una quota residuale di Sncf Partecipations, il principale operatore ferroviario francese, che dovrebbero arrivare entro una decina di giorni.

Noemi

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